#sanitapubblica Fp-cgil Bologna, Spi Cgil Bologna e CGIL Bologna: difendiamo il servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute dei cittadini dai tagli e dalle privatizzazioni!
La Funzione Pubblica CGIL di Bologna insieme allo SPI CGIL e alla CGIL di Bologna denunciano la grave situazione in cui si trova la sanità pubblica in Italia e che ormai sta coinvolgendo anche quella bolognese. Nei giorni scorsi, durante un incontro sindacale, il direttore dell’ufficio personale delle aziende sanitarie della provincia di Bologna ha confermato l’indicazione della Regione di procedere ad un taglio della spesa da ottenere anche attraverso il blocco del turnover del 50%, da oggi al 2025. Ogni anno verranno sostituiti la metà di quelli che escono. Considerando che ogni anno, tra pensionamenti e cessazioni, dalle tre aziende sanitarie bolognesi (Azienda USL, Azienda Ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi e Istituto Ortopedico Rizzoli) per pensionamenti e cessazioni escono circa 1200 addetti, alla fine del triennio in ragione del blocco di cui sopra mancheranno circa 1800 addetti. La scelta degli inquadramenti professionali da “sacrificare” è nelle mani di ogni singola azienda ma si tratterà di operatori sanitari, medici, infermieri, tecnici di laboratorio, amministrativi. Figure che fanno funzionare l’intero sistema sanitario, senza le quali i servizi e le cure verranno meno per tutti, soprattutto per chi è più debole e fragile. Figure senza le quali sarà a rischio la possibilità di tenere aperti tutti i reparti ma anche l’apertura di interi presidi ospedalieri nel territorio.
Non ci sarà da stupirsi se aumenteranno le attese ai pronto soccorso (in quelli che resteranno aperti), se aumenteranno le attese per un esame, una visita specialistica, per una terapia o un intervento chirurgico. Siamo di fronte ad un vero e proprio attacco alla sanità pubblica e al diritto universalistico alla salute. Una scelta chiara di depotenziamento del servizio sanitario pubblico per giustificare la scelta di affidare la sanità e la cura delle persone al privato regolato da logiche di mercato. Tutto questo è inaccettabile. In un paese dove si trovano i soldi per le armi non si trovano i soldi per la cura e per chi cura. Come Fp Cgil intensificheremo la mobilitazione per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità. Non saremo complici di una politica che ha solo una vittima: i cittadini del nostro Paese.
Lo SPI CGIL, che ogni giorno nelle sedi sindacali raccoglie le richieste e le necessità di decine di pensionati e di cittadini fragili, lancia un allarme: la preoccupazione per la tenuta della sanità pubblica è a livelli altissimi, al punto che sta diventando il problema prioritario per molti.
“Mio marito per combattere il cancro deve prendere 4 pillole al giorno che costanooltre 300 euro. Se la sanità non sarà più pubblica, dobbiamo vendere la casa per curarlo” ci dice disperata una signora. Dobbiamo alzare la voce e lottare per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, come è previsto dalla nostra Costituzione.
La CGIL bolognese non esclude nessuna iniziativa, anche di conflitto, per riaffermare il diritto alla salute nel perimetro pubblico.
Marco Pasquini Segretario Generale
FP CGIL Bologna
Antonella Raspadori Segretaria Generale
SPI CGIL Bologna
Gianni Monte
Segreteria CGIL Bologna