18 biblioteche, 11 musei, innumerevoli iniziative organizzate e promosse durante tutto l’anno e annunci continui di nuovi progetti, costruzioni, acquisizioni di nuovi spazi culturali per la città, come da ultimo per Palazzo Pepoli, ormai ex Museo della Storia di Bologna.

Sarebbero buone notizie se non fosse che i lavoratori dei servizi culturali del Comune di Bologna sono sempre meno e che gli appalti vengono rinnovati con riduzione di ore di lavoro, come accaduto per le biblioteche.

Le lavoratrici e i lavoratori – e noi con loro – ci chiediamo quale sarà il futuro del lavoro nella cultura nel Comune di Bologna e da tempo lo chiediamo all’Amministrazione:

Occorre che si proceda ad ogni assunzione possibile nel 2024, dall’unica graduatoria concorsuale esistente che scade tra meno di tre settimane e occorre una pianificazione chiara del fabbisogno di personale adeguato alla quantità e alla qualità dei servizi che si intendono erogare nei prossimi anni e quindi la conseguente programmazione dei concorsi necessari.

Malgrado vari solleciti, e anche un incontro la scorsa settimana, ad oggi nessuna risposta positiva da parte del Comune, che conferma gli annunci di espansione delle attività, ma nulla dice sul modello di gestione futura che ha in mente.

Per noi, non è con il servizio civile, o con il volontariato, che si può costruire il presente e tantomeno il futuro del servizio pubblico della cultura nel Comune di Bologna! Lo si costruisce con il lavoro stabile e non precario, e anche applicando contratti nazionali adeguati nelle esternalizzazioni esistenti.

In assenza di risposte positive alle nostre richieste, lavoratrici e lavoratori in assemblea ci hanno già dato mandato per proseguire nella mobilitazione con ogni azione utile a garantire a loro come anche ai cittadini servizi culturali che mettano davvero assieme qualità del servizio e qualità del lavoro!