La FP CGIL di Bologna, in esito all’assemblea svoltasi nei giorni scorsi con tutto il Personale della Commissione Territoriale, segnala ancora una volta e se possibile con più indignazione, l’assoluta inadeguatezza della struttura sita in Via Volto Santo, adibita a sede degli Uffici della Commissione riconoscimento protezione internazionale (diritto d’asilo) a partire dal novembre 2023.

Per le specifiche criticità, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Riguardano la presenza di barriere architettoniche, aggravate dall’assenza di ascensore, oltreché di una via di accesso ai locali pericolosa e inadatta al transito di lavoratori e utenti che presentino pur lievi difficoltà a deambulare. Continua, poi, la mancanza di distributori di generi di conforto di prima necessità, acqua compresa, nonostante le ripetute segnalazioni e richieste inviate in passato alla locale Prefettura. Anche l’attuale dislocazione dei sistemi di apertura da remoto delle porte di accesso esterne risulta palesemente inadeguata, in quanto costringe il personale ad allontanarsi dalla propria postazione, percorrendo diversi piani di scale più volte al giorno in andata e ritorno, per il notevole afflusso di utenza quotidiano.

Per passare alla specifica situazione lavorativa dei funzionari amministrativi con compiti istruttori, da tempo il sindacato denuncia una deriva “cottimistica” dei delicati e complessi compiti d’istituto. Ciascuno infatti è soggetto a stringenti verifiche numeriche settimanali caratterizzate dall’imposizione di obiettivi solo quantitativi fissi che non tengono minimamente conto né della gravosità della mansione nel suo complesso, né delle variabili qualitative connesse alle specifiche audizioni che sono chiamati a svolgere quotidianamente, con risvolti anche emotivi rilevanti, né infine del carico di lavoro complessivo in relazione al personale esiguo effettivamente in servizio, che stride con l’esplosione del fenomeno negli ultimi anni.

Tutto ciò è stato fatto oggetto di una specifica nota inviata alle autorità preposte per richiedere un intervento risolutivo, ribadendo altresì la determinazione a proseguire la vertenza qualora le risposte non arrivassero o si dimostrassero inidonee.