E’ il titolo dell’iniziativa che si è svolta il 29 Agosto nell’ambito della Festa dell’unità di Bologna che ha visto la partecipazione, fra gli altri di Marco Pasquini – Segretario confederale della Camera del Lavoro di Bologna e Segretario Generale della FP CGIL di Bologna
Voglio dare per scontato che l’obiettivo comune sia quello di migliorare la condizione di vita delle persone a partire da coloro che sono o possono cadere in condizioni di fragilità. E’ quindi utile e necessario confrontarsi su come strutturare un sistema di servizi che siano in grado di prendere in carico le persone nell’intero arco della loro vita. Oggi non è così.
La città Metropolitana e il comune di Bologna hanno avviato da tempo un percorso che porterà verso il piano Metropolitano per l’economia sociale confrontandosi con gli Enti del Terzo settore. Percorso che non ha ancora visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
Noi non siamo Stakeholder, siamo soggetti di rappresentanza e portatori di interessi di cittadini e lavoratori. Come FP CGIL rappresentiamo persone che si occupano di persone e riteniamo che qualsiasi ragionamento volto a trasformare il modello di risposte in termini di servizi e prestazioni da erogare non possa prescindere dal coinvolgimento di chi in quei servizi opera ed è anch’esso protagonista nella lettura e nell’analisi dei bisogni. Abbiamo un portato di esperienze e competenze da mettere al servizio dell’obiettivo che più sopra richiamavo. Esperienze e competenze che peraltro non sono adeguatamente valorizzate sotto il profilo della remunerazione oltre che per le condizioni di lavoro.
Occorre quindi avviare confronti di approfondimento e di merito a partire dal rapporto pubblico/privato soprattutto per quanto riguarda la programmazione sapendo che ci si muove in un contesto che ha visto da più di un decennio scelte della politica che hanno depotenziato la capacità degli enti di prossimità (comuni, Unioni di comuni, Asp) di fornire risposte adeguate favorendo il processo delle esternalizzazioni.
E’ il soggetto pubblico che, per noi, deve avere la titolarità primaria nella rilevazione della domanda e dei bisogni e quindi nell’attuazione di una adeguata programmazione in base alla quale si possano progettare le risposte in termini di servizi resi, anche in un’ottica di co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore. Occorre però che sia garantito il primato del soggetto pubblico non fosse altro che è lui che deve rendere conto alle cittadine e ai cittadini del suo agire.