Bologna 23 Ottobre – La Fiom Cgil e la Funzione Pubblica Cgil di Bologna esprimono estrema preoccupazione per il futuro del  Centro Protesi Inail di Vigorso, Budrio (Bologna).
Abbiamo appreso dalla stampa della presunta volontà di trasferire il Centro presso altre strutture, abbandonando l’insediamento di Vigorso. Tale opzione per noi non è contemplabile, se non per il tempo strettamente necessario a mettere in sicurezza il sito.
Già dopo l’alluvione del 2023 ci eravamo fatti promotori di un tavolo istituzionale presso la  Città metropolitana di Bologna e in quella sede, alla presenza della Direzione Centrale di Inail, degli Enti locali e della Regione, avevamo chiesto un “Patto per il rilancio del Centro Protesi”. 
Quella richiesta è oggi più attuale che mai e aspettiamo con urgenza l’avvio degli interventi di messa in sicurezza promossi dalla struttura commissariale per l’alluvione annunciati in Città Metropolitana.
Siamo consapevoli che dopo 3 devastanti alluvioni in poco più di un anno si possa cadere nello sconforto, vedendo vanificati gli enormi sforzi fatti per riattivare il Centro.
Tuttavia crediamo che l’unica opzione non sia quella di lasciare il sito, magari dividendo produzione, ricerca, degenza e riabilitazione. Questo vorrebbe dire affondare un’eccellenza pubblica, punto di riferimento per gli amputati e infortunati sul lavoro e lo sport paraolimpico, avvantaggiando interessi privati e del mercato.
Pensiamo che non si possa decidere il futuro di un sito così importante sull’onda dell’emozione e chiediamo quindi un confronto immediato con la Dirigenza dell’Inail, alla presenza delle istituzioni, per la definizione di un piano emergenziale, ma soprattutto a medio e lungo termine.
Sono ormai anni che chiediamo il piano industriale per la  Direzione Centrale Assistenza protesica e riabilitazione dell’Inail, ma passano i dirigenti e il piano non arriva, mentre il centro si svuota di competenze e professionalità.
Vigileremo perché l’alluvione non sia il pretesto per dismettere Vigorso e la sua “anomalia” che tiene insieme produzione, ricerca e riabilitazione sanitaria, e alla Dirigenza Inail diciamo con forza che il futuro del Centro protesi non si decide senza i lavoratori.