Bologna 27 Gennaio 2022 – l’Unione Terre d’Acqua rifiuta il tentativo di conciliazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL). Restano così inascoltate le legittime richieste delle Lavoratrici e dei Lavoratori, privati del salario accessorio del 2020 collegato a prestazioni già rese che quindi non sono state retribuite.
Come FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, SULPL, DICCAP, SILPOL, CSA, CISAL, unitamente alla RSU, chiediamo pertanto al neo eletto Presidente dell’Unione Terre d’ Acqua (Sindaco di San Giovanni in Persiceto) e ai Sindaci dei Comuni aderenti all’Unione di dare una risposta concreta alle richieste del proprio personale di riconoscere il salario accessorio riferito ad attività già prestate (indennità di turno, Straordinari, indennità contrattuali, produttività, ecc..).
Si tratta di una questione nata, a nostro avviso e come abbiamo sostenuto all’indomani della seduta del consiglio dell’unione del 1 febbraio 2021 che determino l’avvio delle procedure di commissariamento dell’Ente, per l’incapacità o non volontà dei politici di quel territorio di governare l’ente, di sostenerlo e di assumersi, di concerto, la responsabilità di farlo funzionare e di riconoscere ai dipendenti il giusto riconoscimento all’attività comunque svolta.
La gestione commissariale, con la quale è stato possibile instaurare costanti relazioni sindacali, nel corso del suo operato, ha prodotto soluzioni a gran parte dei problemi di Bilancio che erano sorti per dissidi politici.
Ora però la sua gestione è terminata e la palla ritorna alla politica.
E’ giunto il momento che il Presidente dell’Unione e i Sindaci dei comuni aderenti, si facciano pienamente carico del debito che l’Ente ha nei confronti dei suoi dipendenti e lo estinguano.
In caso contrario saranno inevitabilmente intraprese tutte le azioni per fare ottenere ai dipendenti dell’unione Terre d’acqua quanto loro dovuto, compreso il ricorso alla Magistratura, con purtroppo possibili conseguenze per la finanza pubblica e quindi per i cittadini del territorio.