Polizia Locale - La sicurezza delle persone prima di tutto

L’alluvione che ha colpito la nostra regione è un evento di portata storica, eccezionale con conseguenze drammatiche per la cittadinanza.
Anche a Bologna, come in molte aree della città metropolitana, sono state evacuate abitazioni, molte attività sono andate distrutte, molte le strade allagate, le frane e gli smottamenti che ancora rendono complicato raggiungere interi territori.
In questa fase drammatica, di giorno e di notte, le donne e gli uomini della polizia locale, hanno svolto un grande lavoro per assistere e mettere in sicurezza persone e luoghi, in città e in tutto il territorio metropolitano, dando un grande apporto al servizio della collettività.
Ci sono stati, ci sono e ci saranno, per tutti, tutti i giorni. Grazie

Grave situazione di sovraffollamento alla Casa Circondariale di Bologna

La FP CGIL di Bologna denuncia la grave situazione di sovraffollamento, con conseguenti serie problematiche di gestione, che si stanno verificando presso il Reparto Infermeria della Casa Circondariale in oggetto.

La situazione sta diventando paradossale al punto che i posti del reparto infermeria destinati ad accogliere i nuovi ingressi per i controlli medici di rito, sono occupati da detenuti che, per svariati motivi non di carattere sanitario (sovraffollamento degli altri reparti, problematiche di relazione fra detenuti, ecc..) permangono al reparto infermeria.

Nei giorni scorsi dei 28 detenuti presenti solo 6 erano i nuovi ingressi da sottoporre agli esami di rito.

Il prolungarsi di tale situazione sta creando notevoli problematiche alla sicurezza del Reparto, destabilizzando di fatto la vita quotidiana interna del personale e dei detenuti stessi, molti dei quali con problematiche e comportamenti che creano situazione di grande tensione.

Il costante sovraffollamento dell'intera struttura carceraria, che più volte abbiamo denunciato, inoltre causa gravi difficoltà per l'assegnazione ai vari reparti dell'istituto dei detenuti, una volta terminata la necessità sanitaria della loro permanenza nel reparto infermeria, che quindi permangono in attesa di allocazione.

A tale preoccupazione si aggiunge altra preoccupazione dovuta, per quanto ci viene riferito, seppur per le vie brevi, alla sordità del Provveditorato regionale alle richieste della Direzione dell'Istituto.

Se fosse così, sarebbe un segnale oltre modo negativo per il personale che presta servizio giorno dopo giorno in condizioni di serie difficoltà e di tensione sempre crescente all’interno del Reparto dove, ci preme ricordarlo, i detenuti presenti non godono della stessa libertà di cui fruiscono i detenuti degli altri reparti con la disposizione delle “camere aperte”.

Chiediamo interventi e soluzioni urgenti per una corretta gestione della situazione che se non affrontata rischia di degenerare con drammatiche conseguenze.

 


Il caso dell’aumento dei fondi pubblici alle cliniche private Bellombra e Santa Viola richiede risposte

Caso strano quello della revisione dei codici tariffari della riabilitazione nelle strutture di sanità privata di Villa Bellombra e Santa Viola del territorio di Bologna, che comporteranno un potenziale incremento di entrate per le due strutture pari a 4,5 milioni di euro all’anno su un totale di 66 posti letto.

La Regione ha infatti autorizzato il passaggio di 33 posti letti di Villa Bellombra dal codice 56, che oggi viene rimborsato 327 euro per posto letto, al codice 75 che viene rimborsato con 540 euro, mentre 30 posti letto del Santa Viola sono passati, sempre con il benestare della Regione, dal codice 60 che viene rimborsato 154 euro al codice 56 che viene rimborsato appunto 327 euro.

Riteniamo, numeri alla mano, non ci fosse la necessità di questo incremento di tariffe a favore delle cliniche private summenzionate visto che le strutture pubbliche che erogano le stesse prestazioni - l’istituto di Montecatone, un’ eccellenza in ambito riabilitativo, e le strutture riabilitative del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale Bellaria che è anche uno degli IRCCS dell’area metropolitana - non solo si trovano a brevissima distanza delle due cliniche private, ma hanno a disposizione un numero di letti sufficienti a soddisfare la richiesta.

Quello di cui c’è invece sempre più bisogno sono i posti letto per la popolazione anziana con malattie croniche, in aumento, che necessita di lungodegenze specializzate, quelle identificate dal codice 60, sacrificato appunto a favore del più remunerativo codice 56. A causa di questo cambio inoltre, probabilmente verranno a mancare entrate nelle casse pubbliche nel caso l’utenza in mobilità attiva, quella cioè che viene da fuori regione, scelga di andare nelle strutture del gruppo anziché in quelle pubbliche."

Ci sarebbe quindi da chiedersi il perché di questa operazione, di certo non finalizzata alla razionalizzazione economica, in un momento di grave crisi della sanità, e neanche ad una migliore programmazione sanitaria visto che non sono emersi bisogni in tal senso.

Chiediamo quindi alla Regione di spiegare perché il codice 60, quello relativo alla riabilitazione estensiva, post acuzie che è il più richiesto in ambito riabilitativo soprattutto per la popolazione anziana, viene ridotto e perché il codice 75 quello della neuroriabilitazione che risulta ampiamente coperto viene invece incrementato.

Staremo a vedere inoltre se verrà fatto un ampliamento della dotazione organica a Villa Bellombra e al Santa Viola perché sarebbe dovuto che, con questo aumento di complessità, al quale corrispondono tempi di trattamento differente, venga previsto un robusto incremento delle persone in servizio. Villa Bellombra e Santa Viola sono soci fondatori del consorzio Colibrì, importante cooperativa del territorio bolognese e anche di Villa Ranuzzi e villa Serena, strutture aderenti al gruppo ANASTE. Quest'ultimo aspetto rende ancora più grave la questione in quanto il gruppo ANASTE applica un contratto non sottoscritto da nessuna organizzazione confederale che ha peggiorato considerevolmente le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che ci lavorano.

 

CGIL Emilia Romagna

Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna

CGIL FP Emilia Romagna

CGIL FP Bologna


GRANDE MANIFESTAZIONE DI CGIL CISL E UIL IL 6 MAGGIO A BOLOGNA

Bologna 6 Maggio 2023 - La prima delle tre manifestazioni indette da Cgil, Cisl, Uil “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Una mobilitazione organizzata unitariamente per ottenere un cambiamento delle politiche economiche, sociali e occupazionali, che proseguirà il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli.

Grande è stata la partecipazione in piazza e anche nel corteo della sola CGIL che a partire dalle ore 9,30 si è snodato da Piazza XX Settembre lungo via dell'Indipendenza per poi raggiungere Piazza Maggiore.

Molti gli interventi dal palco di delegate e delegati di posto di lavoro pubblici e privati. Per la Funzione Pubblica CGIL è intervenuta Mariangela Festa, infermiera domiciliare e coordinatrice del Comitato degli iscritti dell'Azienda USL di Bologna, sottolineando l'importanza della sanità pubblica nel garantire il diritto alla cura di tutte le persone e che per questo non può ed essere messa in discussione. Una sanità solidale ed inclusiva che deve essere adeguatamente finanziata e valorizzata.

Anche attraverso un adeguato sistema pubblico di servizi sanitari, socio sanitari assistenziali e più in generale di tutto l'articolato mondo dei servizi pubblici, si contribuisce a migliorare la condizione di vita delle persone. Per questo li difenderemo sempre e difenderemo la condizione di chi in essi opera.


Per una nuova stagione del Lavoro e dei Diritti, 6 maggio manifestazione interregionale a Bologna

Abbiamo deciso di avviare nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione unitaria realizzando una generalizzata campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori. Per questo abbiamo indetto tre manifestazioni interregionali. Lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, cittadine e cittadini sono chiamati a partecipare alla

MANIFESTAZIONE DEL 6 MAGGIO 2023 CHE SI TERRÀ A BOLOGNA

Con questa mobilitazione intendiamo sostenere le richieste unitarie che abbiamo avanzato nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali ed occupazionali.

ORA SONO NECESSARIE RISPOSTE CONCRETE SU:

  • Tutela dei redditi dall’inflazione ed aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati;
  • Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;
  • Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza;
  • Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione;
  • Basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato;
  • Riforma del sistema previdenziale;
  • Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.


Precari da vent'anni: sciopero storico al Rizzoli di Bologna

Blocco del turnover e carenza di personale sanitario, tecnico amministrativo e di ricerca, così come nelle sale operatorie. Criticità di accesso ai servizi per i cittadini, precariato cronico con persone in attesa di “un posto” fino a vent’anni, disagio generalizzato, delusione per la mancata occasione di rilancio post-pandemia. C’è tutto questo e altro nella mobilitazione sulla sanità, generalizzata nel paese, che oggi ha portato ad uno sciopero “storico” all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Fp Cgil lotta su blocco turnover indicato da Regione: “ora basta”

L’adesione allo sciopero è più che buona, riferiscono gli addetti ai lavori sul posto, che parlano di sciopero storico, da record.

È rimasta chiusa la Radiologia, a parte il comparto che garantisce il Pronto soccorso, mentre le sale operatorie lavorano solo al 25%, visto che si è fermato quasi tutto il suo personale (anche in questo caso, sono attive solo le urgenze). E sono chiusi gli uffici amministrativi che si occupano di accettazione.

L’adesione è stata molto alta, da record per l’Istituto Ortopedico Rizzoli, assicurano nel sindacato. A metà mattina, l’ingresso dell’ospedale è tappezzato da striscioni e bandiere della Fp-Cgil, il sindacato che promuove la mobilitazione anche in vista del raduno nazionale Cgil-Cisl-Uil a Bologna, il 6 maggio, con il segretario generale Maurizio Landini.

Sanità pubblica, se non la curi non ti cura”, oppure “Quinto ospedale al mondo, per quanto ancora”, ma anche: “Amministrazione, se non ci senti allora menti”, oppure “Voi comprate F35, a noi date 5 più 5” e quindi “basta precarietà legalizzata”, perché “La Regione non ha ragione”, sono alcuni dei cartelli che campeggiano di buon mattino all’ingresso dello Ior, tra fumogeni rossi e un furgone del sindacato a fianco del quale si tengono i comizi dei vari delegati.

Siamo persone che col lavoro si prendono cura di tutti, delle persone e dei servizi pubblici. Da oltre 20 anni, tuttavia, i finanziamenti alla sanità sono calati. Dopo la pandemia, che avrebbe dovuto insegnare quanto è fondamentale la sanità pubblica, siamo tornati esattamente alle condizioni di prima.

Nel Def del Governo non ci sono risorse per il rinnovo dei contratti, i lavoratori del settore pubblico del nostro paese sono quelli che in proporzione prendono meno rispetto ai loro colleghi degli stessi settori, attacca al microfono della Dire Marco Pasquini, segretario Fp-Cgil, prima e dopo l’intervento di diversi ricercatori e operatori.

Rilancia Mario Iavazzi, responsabile Fp-Cgil all’Istituto Ortopedico RizzoliAltre iniziative all’orizzonte? Per ora c’è solo lo sciopero odierno, poi ragioneremo su come proseguire la manifestazione. Abbiamo un incontro alle 13 di oggi con la direzione del Rizzoli. Vogliamo difendere l’ospedale Rizzoli e la sanità pubblica. Dopo anni di pandemia, oggi la sanità torna a perdere valore e tornano i rischi di tagli. Chiediamo con forza alla Regione e al Governo di scongiurarlo, incalza Iavazzi.

Il quale, tra l’altro, riferisce di alcune indiscrezioni: Di piani di fabbisogno non abbiamo ancora discusso, anzi siamo a conoscenza di un’indicazione da parte della Regione che prevede il blocco delle assunzioni al 50%. Questo ci risulta a partire dal 2023, anche se si tratta per ora di indiscrezioni. Di fatto, comunque, questo blocco, almeno in parte, viene già praticato dall’anno scorso. Al Rizzoli è scaduta infatti una sessantina di cui 51 del comparto, ne è stata sostituita solo una parte.

Le graduatorie degli Operatori sociosanitari e degli infermieri, accusa la Fp-Cgil, sono ferme. Per due infermieri o Oss che andranno pensione, ne sarà assunto solo uno. Era già successo a metà degli anni ’10, poco prima della pandemia. Eravamo riusciti a tamponare, grazie alle dotazioni organiche che avevamo, ma ora si sta passando il limite, insistono i delegati.

Per non parlare del personale della ricercaIn questo istituto, che è un Irccs, ci sono 60 precari, in una condizione che prosegue nel tempo, scuote la testa Iavazzi, che aggiunge: Sei mesi fa ci avevano detto che avrebbero rilanciato il servizio amministrativo, quello che dà informazioni ai dipendenti su paghe e cedolini, ma ancora non ci siamo. E ci sono accordi stipulati alla fine dell’anno scorso che ancora devono essere applicati. Anche il regolamento sull’orario di lavoro ancora non è applicato.


Carcere dei minori del Pratello: a rischio la sicurezza!

Il capo degli agenti della Penitenziari in forze al carcere minorile del Pratello di Bologna sarebbe assente da diverso tempo e al suo posto è stato designato un sostituto, però per soli due o tre giorni a settimana.

Per questo la Fp Cgil polizia penitenziaria di Bologna ha mandato una lettera alla direzione centro giustizia minorile Emilia-Romagna e Marche e alla direzione dell’istituto, nella quale si chiedono provvedimenti a riguardo.

Il sindacato ha raccolto “le numerose lamentele da parte del personale in ordine all’assenza prolungata del Comandante titolare” e ha anche preso atto che l’incarico “è stato affidato ad un dirigente penitenziario di distretto per soli tre giorni a settimana (all’inizio addirittura due)”. In sostanza, un incarico “di tale delicatezza, soprattutto in un Istituto per minorenni, non può essere assolto soltanto per tre giorni su sette per ovvie ragioni di sicurezza e di tutela dei diritti dei minori ospitati presso l’Istituto”.

Pertanto, dalla Cgil chiedono un “immediato intervento delle direzioni al fine di garantire la copertura di un così importante incarico per l’intero periodo di assenza del Comandante titolare o quanto meno per almeno cinque giorni settimanali”.


Prima udienza processo Saccosardo

Oggi si è tenuta la prima udienza dibattimentale avanti il Tribunale di Bologna per la vicenda delle estorsioni, aggravate dal metodo mafioso, subite da oltre una ventina di lavoratrici, già dipendenti dell’Albergo Residenziale Sassocardo, casa di riposo sita nell’appennino bolognese.

Si erano già costituite in udienza preliminare diverse lavoratrici e l’organizzazione sindacale Funzione Pubblica CGIL della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna.

Oggi hanno annunciato la loro costituzione anche la Regione Emilia–Romagna, la Città Metropolitana, il Comune di Alto Reno Terme e Libera.

I fatti risalgono agli anni 2015 – 2016 quando le lavoratrici addette alla casa di riposo venivano minacciate e intimorite per fare loro sottoscrivere delle lettere di dimissioni in cambio della promessa di una ipotetica riassunzione presso un’altra società che avrebbe però comportato la perdita di diritti e garanzie derivanti dal contratto in essere.

Le lavoratrici che si opponevano a questa ipotesi erano licenziate in tronco o, nella migliore delle ipotesi, costrette a lavori dequalificanti, a fruire di ferie e permessi forzati e a vedersi rifiutato il pagamento delle retribuzioni.

Molti degli imputati erano legati a rapporti di parentela con la cosca di ‘ndrangheta Barilari-Foschini e facevano forza di questa relazione per rendere più persuasive le minacce.

Il processo avrà ad oggetto anche reati tributari, false fatturazioni per lavori mai eseguiti e operazioni effettuate per svuotare le risorse dell’Albergo a vantaggio degli interessi personali degli imputati.

La presenza processuale delle lavoratrici e della Funzione Pubblica di Bologna è finalizzata al risarcimento dei danni subiti in ragione delle condotte delittuose contestate e per ribadire che non ci potrà mai essere spazio per questi tentativi di infiltrazione criminale che ledono i diritti e la libertà sindacale dei lavoratori.

Prosegue quindi l’impegno della CGIL ad agire nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, costituendosi parte civile in tutti i processi di mafia e di caporalato.


Difendiamo il servizio sanitario nazionale pubblico!

🟥 #sanitapubblica Fp-cgil Bologna, Spi Cgil Bologna e CGIL Bologna: difendiamo il servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute dei cittadini dai tagli e dalle privatizzazioni!

👉La Funzione Pubblica CGIL di Bologna insieme allo SPI CGIL e alla CGIL di Bologna denunciano la grave situazione in cui si trova la sanità pubblica in Italia e che ormai sta coinvolgendo anche quella bolognese. Nei giorni scorsi, durante un incontro sindacale, il direttore dell’ufficio personale delle aziende sanitarie della provincia di Bologna ha confermato l’indicazione della Regione di procedere ad un taglio della spesa da ottenere anche attraverso il blocco del turnover del 50%, da oggi al 2025. Ogni anno verranno sostituiti la metà di quelli che escono. Considerando che ogni anno, tra pensionamenti e cessazioni, dalle tre aziende sanitarie bolognesi (Azienda USL, Azienda Ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi e Istituto Ortopedico Rizzoli) per pensionamenti e cessazioni escono circa 1200 addetti, alla fine del triennio in ragione del blocco di cui sopra mancheranno circa 1800 addetti. La scelta degli inquadramenti professionali da “sacrificare” è nelle mani di ogni singola azienda ma si tratterà di operatori sanitari, medici, infermieri, tecnici di laboratorio, amministrativi. Figure che fanno funzionare l’intero sistema sanitario, senza le quali i servizi e le cure verranno meno per tutti, soprattutto per chi è più debole e fragile. Figure senza le quali sarà a rischio la possibilità di tenere aperti tutti i reparti ma anche l’apertura di interi presidi ospedalieri nel territorio.

👉Non ci sarà da stupirsi se aumenteranno le attese ai pronto soccorso (in quelli che resteranno aperti), se aumenteranno le attese per un esame, una visita specialistica, per una terapia o un intervento chirurgico. Siamo di fronte ad un vero e proprio attacco alla sanità pubblica e al diritto universalistico alla salute. Una scelta chiara di depotenziamento del servizio sanitario pubblico per giustificare la scelta di affidare la sanità e la cura delle persone al privato regolato da logiche di mercato. Tutto questo è inaccettabile. In un paese dove si trovano i soldi per le armi non si trovano i soldi per la cura e per chi cura. Come Fp Cgil intensificheremo la mobilitazione per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità. Non saremo complici di una politica che ha solo una vittima: i cittadini del nostro Paese.

👉Lo SPI CGIL, che ogni giorno nelle sedi sindacali raccoglie le richieste e le necessità di decine di pensionati e di cittadini fragili, lancia un allarme: la preoccupazione per la tenuta della sanità pubblica è a livelli altissimi, al punto che sta diventando il problema prioritario per molti.
“Mio marito per combattere il cancro deve prendere 4 pillole al giorno che costanooltre 300 euro. Se la sanità non sarà più pubblica, dobbiamo vendere la casa per curarlo” ci dice disperata una signora. Dobbiamo alzare la voce e lottare per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, come è previsto dalla nostra Costituzione.

👉La CGIL bolognese non esclude nessuna iniziativa, anche di conflitto, per riaffermare il diritto alla salute nel perimetro pubblico.

Marco Pasquini Segretario Generale
FP CGIL Bologna
Antonella Raspadori Segretaria Generale
SPI CGIL Bologna
Gianni Monte
Segreteria CGIL Bologna


Vertenza Giustizia. I problemi degli uffici di Bologna segnalati alla Corte d'Appello

Alla Corte di Appello di Bologna

e, per conoscenza:
al Tribunale di Bologna
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale
al Giudice di Pace di Bologna
alle Lavoratrici e Lavoratori tutti

L’esito delle assemblee svolte negli uffici del Circondario di Bologna (Tribunale, Procura, Corte d’Appello, Giudice di Pace) desta una grande preoccupazione nella scrivente.

Le difficoltà oggettive di coloro che lavorano negli uffici giudiziari sono emerse in ogni occasione: carichi di lavoro eccessivi, carenza di mezzi e strumenti, locali inadeguati per spazi e condizioni igieniche, difficoltà di un reale ed efficace confronto con la parte datoriale. Tutte questioni aggravate da una cronica e
gravissima carenza di personale, solo molto parzialmente sanata dalle assunzioni avvenute nel corso del 2022.

Che le condizioni di lavoro siano problematiche lo dimostra un dato su tutti: chi può sceglie di andar via. A tale proposito sarà utile conoscere quanti dei neo assunti sono rimasti e quanti hanno preferito prestare la propria attività lavorativa presso altre amministrazioni. La scarsa attenzione e cura del Ministero nei confronti dei dipendenti incide su vari piani: i gravissimi ritardi nell’applicazione di accordi sindacali, la mancata attuazione di istituti previsti dal CCNL (la banca delle ore è il caso più eclatante), la mancata valorizzazione delle professionalità.

Dai dipendenti si pretendono competenze informatiche, giuridiche e organizzative senza alcun investimento formativo da parte dell’Amministrazione, nonostante la contrattazione nazionale ed integrativa impegni il datore di lavoro in questo ambito. Ora, alla FP CGIL preme rappresentare a codesta Corte l’enorme esigenza formativa segnalata dalle lavoratrici e dai lavoratori a seguito dell’entrata in vigore della riforma “Cartabia” che, ad oggi, è stata accompagnata da un percorso
formativo pressoché inesistente del personale amministrativo, lasciando ai singoli l’onere di studiare, confrontarsi, approfondire.

L’importanza della problematica richiede un impegno serio e concreto ed un confronto onesto con il personale e con chi lo rappresenta, al fine di trovare sostanziali soluzioni ad un problema che impatta fortemente tanto sulla condizione di chi lavora quanto su quella della cittadinanza.


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