Quale futuro per l'ospedale di Budrio
BUDRIO (BO) 4 Luglio 2023. Importante assemblea pubblica organizzata dalle Funzioni Pubbliche di CGIL CISL e UIL, sul futuro dell'Ospedale di Budrio e più complessivamente del Servizio Sanitario dell'area metropolitana.
Un appuntamento che, oltre alla presenza delle Lavoratrici e Lavoratori del polo ospedaliero, ha visto la partecipazione di cittadine e cittadini del territorio e, a sorpresa, dell'Assessore Raffaele Donini, del Direttore Generale dell'AUSL Bologna Paolo Bordon e della Sindaca di Budrio Debora Badiali.
Molti i contributi di merito dei partecipanti che hanno evidenziato le pesanti condizioni di lavoro, a fronte della carenza di personale e la preoccupazione di essere di fronte ad un processo di riduzione dell'offerta pubblica dei servizi di cura rivolti alle cittadine e ai cittadini.
l'Assessore Donini ha dato rassicurazioni sull'obiettivo della Regione di salvaguardare il forte ruolo pubblico e la sua titolarità costituzionale nell'erogazione dei servizi di cura e il Direttore Generale ha aggiunto che il polo di Budrio manterrà la sua attuale vocazione.
Sulla questione che fa capo al piano di riordino della Regione di riorganizzazione del sistema emergenza-urgenza abbiamo sollecitato un tavolo di confronto di merito necessario a declinare sotto il profilo organizzativo la sua praticabilità a fronte di finanziamenti calanti da parte dello Stato sia sul piano economico che di personale.
Abbiamo infatti ribadito che senza risorse e senza un piano straordinario di assunzioni c'è il rischio che la riorganizzazione, pur necessaria si trasformi in un processo di razionalizzazione e quindi di riduzione dei servizi.
L'incontro si farà entro la fine di luglio.
INSIEME PER LA COSTITUZIONE”, IL 24 GIUGNO A ROMA IN PIAZZA DEL POPOLO
Avere una sanità pubblica vuol dire garantire le cure per tutte e tutti, in tutto il Paese, e fermare la privatizzazione della sanità e della salute.
A difesa della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: il diritto al lavoro e la tutela del lavoro rappresentano i pilastri della nostra Costituzione ma i numeri degli infortuni mortali, gli infortuni e le malattie professionali sono ancora inaccettabili.
Archivio di Stato di Bologna Organico sotto del 40%
In Piazza de’ Celestini, nel cuore della Bologna medioevale, nell'ex Convento dei monaci Celestini, c’è la sede dell’Archivio di Stato di Bologna. Un ente prestigioso, tra i più frequentati d'Italia, istituito con R.D. nell’ottobre 1874, che coi suoi 38 km circa di scaffalature custodisce la memoria storica della Città e del territorio della sua provincia. Qui gli studiosi trovano preziosi materiali e assistenza qualificata di personale del servizio pubblico dei Beni Culturali competente e dedito a custodire e valorizzare un’eccellenza assoluta.
Questo grande patrimonio di documentazione e di professionalità, sta vivendo una grave crisi legata ad una carenza crescente di personale, con il 40% di scopertura dell’organico. Solo il senso di responsabilità dei lavoratori e la consapevolezza di svolgere un fondamentale servizio pubblico fa sì che l’Archivio apra ancora i propri battenti a chi necessiti di consultarne la documentazione non solo per la ricerca storica, ma anche per la tutela dei propri diritti.
La gravità della situazione è emersa con chiarezza nel corso degli ultimi confronti sindacali: con gli imminenti pensionamenti, è stato comunicato, l'ulteriore riduzione di servizi al pubblico sarà inevitabile, con tutte le ripercussioni che questo comporterà.
L'Archivio per legge svolge funzioni di tutela e valorizzazione dei beni che ha in consegna: le risorse umane servono anche per garantire la conservazione del patrimonio, attraverso la progettazione e l'esecuzione di interventi da parte di personale qualificato. Anche la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica annessa all' Archivio di Stato di Bologna, una delle 17 in tutta Italia, nella quale si organizzano i corsi di specializzazione per archivisti, è in sofferenza per carenza di personale, ed è concreto il rischio di disperdere alte professionalità e di non prepararne di nuove.
Noi intendiamo ritornare alle 60 ore di apertura settimanale indicate nella "carta della qualità dei servizi", riteniamo si possa e si debba, assumendo il personale necessario già previsto in pianta organica, con regolari concorsi pubblici nel rispetto della dignità delle persone.
Le lavoratrici ed i lavoratori dell’Archivio di Stato, con la loro legittima mobilitazione, segnalano alla cittadinanza tutta che “il mondo della cultura ci chiede conto ed esige rispetto”. Sentono la responsabilità e l’orgoglio di prestare la propria attività a servizio di un ente culturale, consapevoli della grande ricchezza del materiale che quotidianamente movimentano e contribuiscono a conservare. A questi lavoratori non possiamo che garantire tutto il nostro appoggio e sostegno, a partire dal rendere di dominio pubblico la gravissima condizione di abbandono in cui versano l'Archivio di Stato e tanti altri enti della Cultura e, dunque, di civiltà del nostro Paese.
Clinica Villalba di Bologna condannata per condotta antisindacale
Il Presidente del Tribunale di Bologna ha dichiarato l'antisindacalità della condotta tenuta dalla Clinica Privata Villalba di Bologna, accogliendo il ricorso ex art. 28 Legge 300/70 promosso dalla Funzione Pubblica CGIL di Bologna con l'Avvocato Guido Reni, in quanto l'azienda ha sostituito lavoratori dipendenti in sciopero con personale esterno in regime di libera professione. Con ciò consentendo la normale erogazione dei servizi.
Importantissimo provvedimento, dunque, che ribadisce il sacrosanto diritto di sciopero dei lavoratori anche in strutture sanitarie che devono garantire i servizi essenziali: quando i lavoratori scioperano non possono essere sostituiti! Il Tribunale di Bologna ha condannato la Clinica Villalba, del Gruppo Villa Maria, a non reiterare la condotta denunciata e a pubblicare, a sue spese, sui maggiori quotidiani nazionali e locali la parte dispositiva del decreto, nonché a sostenere tutte le spese processuali.
E' giunto il momento di dare dignità e valore alla contrattazione a Villalba e nel comparto della sanità privata.
Centro Protesi INAIL Vigorso - Con l'impegno di tutti, riaprire tutto ma in sicurezza
Nella notte tra martedì e mercoledì della settimana scorsa, l’acqua si era solo affacciata presso l’INAIL di Vigorso, Centro Pubblico di eccellenza assoluta in campo protesico. L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco aveva restituito temporaneamente piena funzionalità alla struttura. Ma purtroppo il peggio era alle porte.
Intorno alle 10,30 di mercoledì l’acqua è entrata ovunque (spogliatoi, fisioterapia, mensa) e per l’INAIL di Vigorso non vi è stato più scampo.
Esprimiamo il massimo di vicinanza e solidarietà nei confronti di tutti i colleghi e i degenti della sede INAIL di Vigorso evacuata grazie all’intervento dell’Esercito e della Protezione civile, dopo che per tutta la mattinata il Personale sanitario interno aveva garantito assistenza ai pazienti ricoverati ai piani più alti dell’edificio.
La sequenza di scene e di immagini che provengono da quei luoghi possono fare solo immaginare il carico di dolore e lo sconforto patito, alla vista della propria sede devastata dall’inondazione. E sin da subito ci siamo resi disponibili per ogni cosa potesse alleviare il carico di sofferenza e disagio.
La fase che si apre adesso ci vedrà protagonisti in tutte quelle iniziative di solidarietà con le quali si intende tangibilmente portare aiuto a tutte le persone coinvolte. In parallelo si dovrà avere il massimo impegno per la riapertura completa in tempi celeri nella massima sicurezza di chi ci lavora, salvaguardando al meglio le costose attrezzature che contiene. Intendiamo contribuire fattivamente a promuovere quella cultura della prevenzione così importante per un territorio fragile come il nostro di modo da scongiurare per il futuro simili sciagure.
Nell’apprezzare l’attivazione immediata del lavoro agile emergenziale, senza lunari pretese di consumare ferie e permessi come avvenuto altrove, se ne richiede l’opzione per tutti coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente dall’inondazione e, anche, per tutte quelle situazioni familiari particolari.
Occorre poi dare la possibilità per chi lo vorrà di prestare servizio nelle sedi più prossime al proprio domicilio. Tutto ciò nell’ottica di dare serenità alle persone e assicurare dignità al proprio lavoro.
VIGILI DEL FUOCO: sono il fulcro del sistema di soccorso. Il Governo dia risposte concrete su uomini e mezzi
Più di 35.000 persone hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione e stanno trovando accoglienza nelle strutture allestite dai Comuni e dalla Protezione civile (scuole, palazzetti e palestre); i fiumi e corsi d’acqua esondati sono in totale 23; si sono registrati 58 allagamenti in più di 40 comuni; attualmente sono circa 300 le frane e gli smottamenti in movimento sul territorio; al momento, le strade chiuse sono più di 500, di cui 200 solo parzialmente.
In uno scenario calamitoso di queste proporzioni il Comando Provinciale di Bologna fornisce il suo importante contributo ai più di 1000 Vigili del Fuoco impegnati, di cui più di 600 provenienti da altre regioni. Sono tutti ugualmente impegnati in continui interventi di soccorso, se ne contano oltre 4 mila (con il salvataggio mediante elicotteri di centinaia di persone), che svolgono con la consueta competenza e professionalità, sempre accompagnata da quel tratto di umanità che li caratterizza.
In questa prima fase di messa in sicurezza delle persone e delle cose, i soccorritori acquatici sono circa 300, una sessantina tra sommozzatori e SAF (Speleo Alpino Fluviali). Nella complessa macchina dei soccorsi pubblici, i vigili del fuoco rappresentano un ingranaggio fondamentale e irrinunciabile.
Si farebbe torto al loro impegno se si indugiasse nella retorica degli eroi senza denunciare una volta di più la grave carenza di uomini e di mezzi in cui si trovano ad operare, senza alcun piano organico di assunzioni come per la restante parte della PA, a cui si aggiunge lo scandalo della mancata copertura assicurativa INAIL, come segnalato negli scorsi giorni da Mauro Giulianella, responsabile nazionale dei vigili del fuoco della FP CGIL.
Non si finirà di ringraziarli mai abbastanza per il loro prezioso lavoro quotidiano di cura ed assistenza alle persone, ma chiediamo al Governo e alle Istituzioni di fare fino fondo la loro parte con risposte concrete e rapide.
Crisi istituto Santa Giuliana, nuova fumata nera
La Congregazione non dà risposte, mercoledì 31 maggio nuovo sciopero del personale.
L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto Santa Giuliana di Bologna ha deciso all’unanimità la proclamazione di una nuova giornata di sciopero e mobilitazione unitaria per mercoledì 31 maggio prossimo.
Al Tavolo Metropolitano di salvaguardia occupazionale che si è tenuto lunedì 15 maggio è andato in onda un film già visto troppe volte: a fronte delle precise richieste e proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali per garantire la continuità occupazionale, la Congregazione ha per l’ennesima volta mantenuto un atteggiamento inaccettabile, fatto di omissioni e risposte vaghe e generiche rispetto al destino dell’immobile e del personale, dimostrando una volta di più di avere come priorità non quella di collaborare all’individuazione di soluzioni concrete, ma piuttosto quella di deresponsabilizzarsi rispetto alla grave situazione che si è venuta a determinare, al contrario, proprio a causa delle decisioni dell’ente religioso.
In occasione del precedente sciopero del 27 marzo e del presidio di fronte alla Curia, le lavoratrici sono state ricevute dal Vicario generale Mons. Silvagni, che ha manifestato loro “preoccupazione, vicinanza, e impegno in vita di una soluzione” da parte dell’Arcidiocesi di Bologna.
Purtroppo durante questi due mesi, mentre le lavoratrici hanno atteso invano di vedere concretizzarsi questi buoni propositi, la Congregazione delle Suore Mantellate non ha mostrato alcuna reale intenzione di darvi seguito.
Così come sta dimostrando, inaccettabilmente, di non tenere in alcuna considerazione quel Patto per il Lavoro che in Emilia Romagna consegna alle parti sociali impegni precisi nella gestione delle crisi, e che chiediamo alle Istituzioni firmatarie, a cominciare dalla Regione, di far valere.
Per tutte queste ragioni saremo di nuovo in strada il 31 maggio insieme ai lavoratori e alle lavoratrici, e non ci fermeremo fino a che non arriveranno le risposte che oggi ci vengono negate.
Solidarietà per le persone coinvolte nell'alluvione in Emilia Romagna e Marche
Care e cari,
in seguito ai gravissimi eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia Romagna e alcuni territori delle Marche abbiamo predisposto una raccolta fondi attraverso un conto corrente unitario.
Vi invitiamo pertanto a promuovere tale iniziativa al fine di realizzare, anche in questa triste circostanza, un sostegno concreto attraverso un gesto di solidarietà e di vicinanza.
Le donazioni potranno effettuarsi sul seguente conto corrente intestato a CGIL CISL UIL SOLIDARIETA’ POPOLAZIONI ALLUVIONATE EMILIA ROMAGNA E MARCHE
iban IT 26U0103003201000005800010.
Per bonifici effettuati all’estero BIC: PASCITM1RM1.
Polizia Locale - La sicurezza delle persone prima di tutto
In questa fase drammatica, di giorno e di notte, le donne e gli uomini della polizia locale, hanno svolto un grande lavoro per assistere e mettere in sicurezza persone e luoghi, in città e in tutto il territorio metropolitano, dando un grande apporto al servizio della collettività.
Grave situazione di sovraffollamento alla Casa Circondariale di Bologna
La FP CGIL di Bologna denuncia la grave situazione di sovraffollamento, con conseguenti serie problematiche di gestione, che si stanno verificando presso il Reparto Infermeria della Casa Circondariale in oggetto.
La situazione sta diventando paradossale al punto che i posti del reparto infermeria destinati ad accogliere i nuovi ingressi per i controlli medici di rito, sono occupati da detenuti che, per svariati motivi non di carattere sanitario (sovraffollamento degli altri reparti, problematiche di relazione fra detenuti, ecc..) permangono al reparto infermeria.
Nei giorni scorsi dei 28 detenuti presenti solo 6 erano i nuovi ingressi da sottoporre agli esami di rito.
Il prolungarsi di tale situazione sta creando notevoli problematiche alla sicurezza del Reparto, destabilizzando di fatto la vita quotidiana interna del personale e dei detenuti stessi, molti dei quali con problematiche e comportamenti che creano situazione di grande tensione.
Il costante sovraffollamento dell'intera struttura carceraria, che più volte abbiamo denunciato, inoltre causa gravi difficoltà per l'assegnazione ai vari reparti dell'istituto dei detenuti, una volta terminata la necessità sanitaria della loro permanenza nel reparto infermeria, che quindi permangono in attesa di allocazione.
A tale preoccupazione si aggiunge altra preoccupazione dovuta, per quanto ci viene riferito, seppur per le vie brevi, alla sordità del Provveditorato regionale alle richieste della Direzione dell'Istituto.
Se fosse così, sarebbe un segnale oltre modo negativo per il personale che presta servizio giorno dopo giorno in condizioni di serie difficoltà e di tensione sempre crescente all’interno del Reparto dove, ci preme ricordarlo, i detenuti presenti non godono della stessa libertà di cui fruiscono i detenuti degli altri reparti con la disposizione delle “camere aperte”.
Chiediamo interventi e soluzioni urgenti per una corretta gestione della situazione che se non affrontata rischia di degenerare con drammatiche conseguenze.