‘LA VIA MAESTRA’ APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 7 OTTOBRE A ROMA
La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:
► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.
► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.
► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.
► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.
Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.
Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.
La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.
PER QUESTE RAGIONI E A SOSTEGNO DELL’INSIEME DELLE PROPOSTE INDICATE,
CI IMPEGNIAMO A REALIZZARE:
Il 7 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.
Co-Programmazione e Co-Progettazione: Quale cambiamento possibile
E' il titolo dell'iniziativa che si è svolta il 29 Agosto nell'ambito della Festa dell'unità di Bologna che ha visto la partecipazione, fra gli altri di Marco Pasquini - Segretario confederale della Camera del Lavoro di Bologna e Segretario Generale della FP CGIL di Bologna
Voglio dare per scontato che l'obiettivo comune sia quello di migliorare la condizione di vita delle persone a partire da coloro che sono o possono cadere in condizioni di fragilità. E' quindi utile e necessario confrontarsi su come strutturare un sistema di servizi che siano in grado di prendere in carico le persone nell'intero arco della loro vita. Oggi non è così.
La città Metropolitana e il comune di Bologna hanno avviato da tempo un percorso che porterà verso il piano Metropolitano per l'economia sociale confrontandosi con gli Enti del Terzo settore. Percorso che non ha ancora visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
Noi non siamo Stakeholder, siamo soggetti di rappresentanza e portatori di interessi di cittadini e lavoratori. Come FP CGIL rappresentiamo persone che si occupano di persone e riteniamo che qualsiasi ragionamento volto a trasformare il modello di risposte in termini di servizi e prestazioni da erogare non possa prescindere dal coinvolgimento di chi in quei servizi opera ed è anch'esso protagonista nella lettura e nell'analisi dei bisogni. Abbiamo un portato di esperienze e competenze da mettere al servizio dell'obiettivo che più sopra richiamavo. Esperienze e competenze che peraltro non sono adeguatamente valorizzate sotto il profilo della remunerazione oltre che per le condizioni di lavoro.
Occorre quindi avviare confronti di approfondimento e di merito a partire dal rapporto pubblico/privato soprattutto per quanto riguarda la programmazione sapendo che ci si muove in un contesto che ha visto da più di un decennio scelte della politica che hanno depotenziato la capacità degli enti di prossimità (comuni, Unioni di comuni, Asp) di fornire risposte adeguate favorendo il processo delle esternalizzazioni.
E' il soggetto pubblico che, per noi, deve avere la titolarità primaria nella rilevazione della domanda e dei bisogni e quindi nell'attuazione di una adeguata programmazione in base alla quale si possano progettare le risposte in termini di servizi resi, anche in un'ottica di co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore. Occorre però che sia garantito il primato del soggetto pubblico non fosse altro che è lui che deve rendere conto alle cittadine e ai cittadini del suo agire.
"Ancora emergenza sovraffollamento al Pratello".
La FP CGIL di Bologna, ricevute numerose segnalazioni da parte del Personale di Polizia Penitenziaria dell’Istituto Penale Minorile di Bologna, segnala l’ennesima situazione di grave sovraffollamento della struttura che vede la presenza di n° 46 detenuti ristretti, ben 6 in più rispetto alla prevista capienza.
A rendere ancora più difficile la situazione, la grave carenza di personale, anche socio educativo, ridotto al minimo in pieno piano ferie estive, situazione che sta creando notevoli difficoltà nella quotidiana gestione delle varie attività all' interno dell'istituto.
Rispetto alla situazione sopra riportata, la scrivente O.S. non può esimersi dal rappresentare che nulla è stato fatto dall' amministrazione per alleviare la situazione già rappresentata recentemente e che la stessa è ancora di più peggiorata presso l’Istituto in questione.
Fortunatamente non si stanno registrando al momento situazioni di criticità, ma chiaramente la situazione è allarmante e si registrano difficoltà nella gestione per la carenza di pasti da fornire ai detenuti, al momento sono presenti 23 detenuti minori e 23 maggiorenni, con apparecchi televisivi non sufficienti per tutti.
Questa O.S. auspica che la situazione sopra descritta venga affrontata con urgenza dall'amministrazione ed a tal proposito si chiede l'immediato stop agli ingressi di nuovi giunti ed il conseguente sfollamento della struttura.
Si chiede inoltre l'urgente incremento dell'organico di polizia penitenziaria in carico alla struttura in considerazione della prossima ripresa di tutte le attività istituzionali al termine della stagione estiva.
Bene la proposta di legge regionale ma servono risposte immediate
Ribadiamo la necessità che sia avviato da subito un tavolo di confronto che non potrà limitarsi ad affrontare "solo" la questione del riordino dell'emergenza/urgenza, ma dell'intero sistema sanitario territoriale.
Assemblea Pubblica a Vergato sul riordino del Sistema Emergenza/Urgenza
Vergato (Bo) 9 Agosto 2023 - Si è svolta oggi davanti al Pronto Soccorso di Vergato l'assemblea pubblica convocata da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per discutere del progetto di riordino del servizio sanitario metropolitano a seguito della delibera regionale, con particolare riferimento al sistema emergenza/urgenza nel territorio dell'appenino e alla prevista trasformazione del presidio di Vergato in CAU.
È stata un'assemblea molto partecipata da lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati, cittadine e cittadini che con i loro interventi hanno rappresentato molte preoccupazioni sulla tenuta del servizio sanitario pubblico e del peggioramento dei servizi.
Sono intervenuti anche Giuseppe Argentieri, Sindaco di Vergato e Alessandro Santoni Sindaco di San Benedetto Val di Sambro nonchè presidente del Distretto Socio-Sanitario dell'Appennino che ha parlato a nome di tutti i sindaci del Distretto.
Per la Categoria bolognese, il Segretario Generale Marco Pasquini e il Responsabile del Comparto Sanità Gaetano Alessi, hanno affermato che "l'ipotesi di separare i percorsi delle emergenze e delle urgenze è sulla carta condivisibile" ma ancora una volta hanno denunciato "la carenza di personale necessario e la carenza di risorse economiche" e hanno ribadito "la necessità di un confronto di merito che coinvolga tutte le parti in causa a partire dalle rappresentanze sindacali che rappresentano tutte le professionalità che operano e tengono in piedi il servizio sanitario pubblico - persone che con il loro lavoro assistono e si prendono cura di altre persone . Ma anche con i territori e le loro amministrazioni locali."
"Allo stato attuale, nonostante se ne parli da mesi e nonostante gli incontri fatti con la conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana (ctssm), non esiste ancora una proposta formale sulla quale fare un confronto di merito.
I documenti che ci sono stati forniti dalla ctssm, come comunicato dalla stessa quando ha rinviato l'incotro che si doveva svolgere il 3 Agosto u.s., richiedono ulteriori approfondimenti.
"Auspichiamo che a Settembre siano pronti ad aprire il confronto. Confronto che può anche partire dal sistema dell'emergenza/urgenza, ma che affronti il riordino del sistema sanitario metropolitano nel suo complesso anche sotto il profilo della terrotorialità. Se è vero che il territorio dell'Appennino è fragile occorre operare per potenziare i servizi di quel territorio.
"Occorre anche rimarcare che senza un numero di personale adeguato e adeguatamente formato e senza le risorse economiche necessarie, nessuna riorganizzazione potrà essere efficacie e a pagarne le conseguenze saranno le persone a partire da quelle più fragili"
"Serve un piano strordinario di assunzioni, servono risorse per valorizzare il lavoro di chi opera nei servizi e serve una organizzazione del lavoro che determini condizioni di lavoro sostenibili."
Zero euro per valorizzare la Polizia Locale del Comune di Bologna - Presidio in Consiglio Comunale Venerdì 21 Luglio alle ore 11,30
Non è passato tanto tempo da quando avanzava l’idea del primo cittadino di Bologna di trasformare il partito al governo della nostra città in una forza progressista, del fare, capace di rappresentare i più deboli, mettendo al centro il tema del lavoro. L’’idea di richiamarsi al lavoro nel nome è sì una proposta interessante che deve però trovare corrispondenza nei fatti e questa amministrazione in un momento storico difficile, non sembra andare in quella direzione.
La Polizia Locale, da tempo, rivendica tavoli di trattativa che si sono arenati nonostante le numerose richieste da parte delle OO.SS., tavoli necessari da un lato, a contrastare la perdita del potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, dall’altro a garantire condizione di lavoro e di sicurezza sempre più alte.
In un periodo in cui l’attività degli agenti sarà intensificata da importanti progetti cittadini con un organico ai minimi storici (circa 540 operatori), è evidente che l’A.C. chiederà uno sforzo importante al Corpo: Bologna Città 30, un cambiamento storico culturale della mobilità cittadina che vede al centro la Polizia Locale con iniziative specifiche sul territorio; il Tram a Bologna i cui cantieri sono già partiti e dureranno altri 3 anni con inevitabili ricadute sul traffico urbano. Non dimentichiamo poi l’impegno profuso durante l’alluvione con servizi volontari nelle zone colpite!
Non è giusto perciò che una A.C come quella di Bologna, continui a trincerarsi dietro la mancanza di risorse economiche, tanto da presentare pochi giorni fa ai sindacati, un Fondo delle risorse decentrate 2023, ovvero i soldi destinati al salario accessorio dei dipendenti (indennità, produttività ecc..), con un ammontare complessivo più basso del limite di spesa stabilito dal D.Lgs. 75/2017 e riferito al lontanissimo anno 2016. Ne deriva che quest’anno al fondo 2023 mancano più di 800.000 € di scostamento, in un contesto economico difficile con un’inflazione a due cifre, un caro affitti che non permette di sopravvivere ed un CCNL già scaduto da 2 anni… e questo è semplicemente inaccettabile!
Se il comune non farà la sua parte a fronte di un maggiore impegno lavorativo si avrebbe un abbassamento drastico della produttività e l’impossibilità di adeguare le indennità al nuovo CCNL 2019-2021.La situazione riguarderebbe purtroppo tutti i dipendenti comunali.
Non si troverebbero quindi risorse economiche da destinare al personale perché il bilancio soffre ma apprendiamo che l’A.C. paga migliaia di euro per la campagna promozionale per “Bologna Città 30” alla FIU (Fondazione Innovazione Urbana) e ad un’agenzia di comunicazione di Milano.
Al contempo l’Amministrazione disapplica il “Regolamento delle prestazioni del personale della Polizia Locale a carico di terzi per lo svolgimento di Manifestazioni ed eventi sul territorio comunale” PG. 200741/2019, in cui il pagamento delle ore di servizio straordinario degli operatori di P.L. per eventi di rilevanza cittadina (concerti, partite ecc..) potrebbe essere completamente a carico delle organizzazioni e non pesare sul bilancio del Comune.
Riteniamo che queste condizioni siano inaccettabili e rileviamo che tante altre sono le questioni irrisolte sia di natura economica sia relative alla sicurezza degli operatori:
dal 2018 chiediamo il riconoscimento dei buoni pasto al pari degli altri dipendenti comunali. E’ stato tolto anche il buono pasto per lo straordinario nel servizio notturno;
non è stata ancora recuperata la perdita media di circa 35 euro sul festivo infrasettimanale, in seguito all’uniformazione al CCNL 2019-2021;
chiediamo l’aumento dell’indennità di servizio esterno: il C.C.N.L. 19/21 consente di aumentare tale indennità a 15 euro giornaliere;
indennità di funzione: nonostante l’attivazione in diverse realtà comunali del territorio nazionale, continuiamo a trovare forte resistenza per l’introduzione di questa indennità nel Comune di Bologna;
sono state modificate unilateralmente le regole di conteggio delle giornate di cambio turno per il riconoscimento della relativa indennità con la conseguente perdita economica per alcuni operatori;
chiediamo da tempo nuovi protocolli con le autorità sanitarie insistenti sul territorio comunale per agevolare gli interventi successivi alle richieste di accertamenti urgenti ex artt. 186 e 187 c.d.s;
chiediamo da tempo una nuova disposizione operativa per uniformare gli interventi su T.s.o. e A.s.o. che riflettano e mettano in pratica le linee guida in materia dettate dall’Asl competente già nel 2019;
chiediamo protocolli di interventi congiunti con le altre FF.OO. nei servizi di controllo piazze e zone della movida a tutela degli stessi operatori che spesso si trovano in pattuglia in tre la notte in luoghi altamente affollati;
chiediamo da tempo un confronto per l’introduzione delle body cam: sono oramai diversi anni che si dibatte su questo tema che riteniamo vada affrontato insieme ai rappresentanti dei lavoratori perché è visto come strumento di prevenzione e tutela dell’attività dell’operatore;
Per noi è fondamentale valorizzare il fattore umano come strategico sia nella dimensione del lavoro che come oggetto dell’attività dei pubblici servizi. Se si scommette sui propri dipendenti si determina il successo collettivo, se invece si disinveste sull’adeguamento delle retribuzioni e sul rendere attrattivo questo ente si genera il fallimento di grandi progetti.
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI INVERTIRE LA ROTTA, PERCIO’ AL VIA ALCUNE INIZIATIVE A PARTIRE DAL PROSSIMO 21 LUGLIO 2023 ALLE ORE 11.30 CON UN PRESIDIO IN CONSIGLIO COMUNALE DURANTE LA SEDUTA DEL QUESTION TIME
In sanità taglio del personale e delle retribuzioni: con quali risorse verrà messa in campo la riorganizzazione?
Negli ultimi giorni si sono susseguite numerose dichiarazioni da parte della politica riguardanti il potenziamento della rete ospedaliera pubblica, sia in città che nel territorio.
La cosa non può che farci piacere, però non si sposa con lo stato reale dei fatti.
Siamo, infatti, in pieno piano di rientro delle aziende imposto dalla regione per evitare il commissariamento, questo sta comportando già adesso, un numero minore di personale (non sostituito) e di servizi per i cittadini.
Questa è la realtà con cui, chi sta nel mondo reale, deve ogni giorno fare i conti.
Lo scorso giovedì 13 luglio in azienda Usl ci è stato chiaramente detto che l'azienda non ha la possibilità di spendere un solo euro da bilancio per valorizzare i professionisti di ogni ruolo.
Al Sant'Orsola Malpighi il finanziamento per l'indennità di Ps è inferiore rispetto agli operatori in servizio, ed all'Istituto Ortopedico Rizzoli addirittura è stata sospesa, per parte del personale di sala operatoria, l'indennità di rischio radiologico.
Come Fp Cgil sosteniamo che non può esistere nessun potenziamento a zero risorse, e che qualsiasi progetto messo in campo con un ottica di risparmio è un progetto destinato a fallire.
Sarebbe serio, quando si parla di Cau, Case della Comunità o di riaperture di sale operatorie nel territorio che si dicesse con quali risorse si fanno, come si assume il personale e se ci sono i soldi per pagarlo e se è garantita la sicurezza degli utenti.
Altrimenti si crea solo confusione che non fa bene a nessuno.
Marco Pasquini Segretario Generale Fp Cgil Bologna - Gaetano Alessi Resp. Comparto Sanità Fp Cgil Bologna
Le sedi sincali, casa delle lavoratrici e lavoratori, non si toccano
Le sedi sindacali sono la casa delle lavoratrici e dei lavoratori. Le sedi sindacali non si toccano.
Oggi 12 Luglio, i segretari generali della Funzione Pubblica e della Camera del Lavoro di Bologna al Sant'Orsola.
Dopo il gesto fascista di ieri, oggi è stata occasione per i delegati e gli attivisti della Funzione Pubblica della Cgil per ribadire a chi pensa di intimidirci o intimorirci, che non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro. Difendiamo i servizi pubblici per tutte e tutti, difendiamo il lavoro pubblico, difendiamo i valori della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza.
Da oggi in sala Rsu è esposto un manifesto con una citazione della senatrice Liliana Segre, per ricordarci il valore della memoria in tempi grigi.
È stato importante che anche la Direzione dell'Azienda Ospedialiera sia stata presente a portare la solidarietà del Direttore Generale.
Andiamo avanti tutte e tutti insieme.
Vandalizzata la Saletta Sindacale della FP CGIL in AOSP Sant'Orsola Malpighi
Danneggiate le bacheche sindacali fissate alla porta di entrata della sede, il tutto "firmato" con scritte di matrice fascista. E’ stato aperto un procedimento di denuncia presso la DIGOS di Bologna perché atti del genere, non devono passare sotto silenzio
A prova del nostro impegno Antifascista e di tutela dei valori costituzionali, ed il nostro lavoro quotidiano in difesa dei diritti nei luoghi di lavoro contro ogni forma di discriminazione.
Non ci sentiamo minimamente intimiditi, ma preoccupa il clima, di impunità e nessun rispetto delle regole, che l'attuale esecutivo sta creando.
Noi abbiamo già sistemato le bacheche e ripulito le scritte e riaperto la casa dei lavoratori e delle lavoratrici dentro il Sant'Orsola.
Però una riflessione sulla partecipazione, ogni uomo o donna che si richiama alla democrazia ed alla inclusione, crediamo debba farla.
Il Futuro è Pubblico
Si tratta di una affermazione impegnativa.
Esprime la convinzione che il benessere della collettività, possa essere perseguita e garantita solo attraverso forti politiche pubbliche che determinino la condizione per la quale le istituzioni pubbliche, gli organi dello Stato, la Pubblica amministrazione, siano in grado di governare i processi economici che riguardano la vita delle persone e delle comunità, per migliorarne le condizioni.
Condizioni che sono riferibili sicuramente alla questione salariale ma che non possono prescindere da ciò che ogni giorno dovremmo poter dare per scontato:
la produzione e la distribuzione del cibo e quindi mercati alimentari orientati al benessere dei consumatori e dei produttori di cibo;
la distribuzione di acqua potabile sicura;
la fornitura dell'energia elettrica, non razionata;
del gas;
infrastrutture e trasporti pubblici efficienti;
edilizia residenziale pubblica e accessibile;
la raccolta e il ciclo dei rifiuti:
una istruzione avanzata e gratuita;
servizi sanitari evoluti e accessibili;
servizi di cura per bambini e anziani.
Tutto ciò che rappresenta l'infrastruttura della vita quotidiana e la base materiale del benessere della collettività e della coesione sociale.
La così detta economia fondamentale.
Il benessere della collettività dovrebbe essere il principio guida dell’azione economica e politica.
Chi studia i processi che fanno riferimento all'economia fondamentale, ci dice che da molti anni l'Italia e i Paesi europei seguono una strada diversa:
l'economia fondamentale è messa al servizio del business, esasperando la competitività l'orientamento alla massimizzazione del profitto, la propensione all’accumulazione finanziaria e alla rendita, con il conseguente inisprimento delle disuguaglianze e la dissoluzione dei legami sociali.
E quindi, come si fa?
Come si possono rideterminare le condizioni per le quali l’attività economica, privata o pubblica che sia, si possa ritenere legittima soltanto se opera a vantaggio, e non a detrimento, della società?
Quale ruolo può e deve giocare il sindacato, la CGIL e con quali alleanze?
Sono gli spunti di riflessione dai quali sono scaturiti gli approfondimenti con il Segretari generali della Fp cgil Serena Sorrentino, della Flc cgil Gianna Fracassi, della Filt Cgil Stefano Malorgio e con Marianna Scarinci coordi atrice del Link di Bologna, alla luce della questione salariale, dei problemi legati al PNRR e al disegno di Legge Calderoli sull'Autonomia differenziata.