Primo Tavolo di salvaguardia in Città Metropolitana per il Comune di San Pietro in Casale
Su richiesta di FP CGIL e CISL FP, ieri 29 Novembre si è svolto il primo incontro del tavolo di salvaguardia in Città Metropolitana sulla grave situazione finanziaria del Comune di San Pietro in Casale.
La scelta di aprire un percorso di questo genere, il primo che riguarda un Comune del nostro territorio coinvolto in un Piano di riequilibrio finanziario decennale, ha l’obiettivo, non solo di garantire la salvaguardia occupazionale, ma anche di sollecitare la politica e le istituzioni, a tutti i livelli, ad aprire un ragionamento sulla situazione economico finanziaria in cui versano gli Enti di prossimità del territorio e quindi sulla loro possibilità di garantire i servizi ai cittadini.
Al Tavolo di salvaguardia, presieduto dal Capo di Gabinetto della Città Metropolitana Sergio Lo Giudice oltre alla FP CGIL e CSIL FP, erano presenti il Sindaco e la Vice-sindaca del comune di San Pietro in Casale, il Presidente dell’Unione Reno Galliera, la direttrice dell’Unione e i rappresentanti delle Cooperative coinvolte nel piano di riequilibrio: Dolce e Le Macchine Celibi.
Nel Piano di Riequilibrio decennale approvato dal consiglio comunale del comune di San Pietro in casale, fra le molte misure, si stabilisce:
- la chiusura di 2 sezioni di materna e 1 sezione di nido comunale, oggi entrambe in appalto alla cooperativa Dolce, a partire dall’anno scolastico 2024-2025. Chiusura che coinvolge 12 dipendenti di cooperativa.
- la chiusura di una delle due Biblioteche presenti nel Comune di San Pietro dall’1 Gennaio 2024 che coinvolge 2 operatori dipendenti della coop Macchine Celibi.
A tal proposito abbiamo ribadito la necessità di individuare soluzioni che garantiscano i livelli occupazionali e quindi di ricercare nell’ambito dei servizi offerti nel territorio dell’Unione Reno Galliera, il ricollocamento del personale delle due Cooperativa coinvolte.
Sia l’unione Reno Galliera, sia le cooperative coinvolte si sono impegnate in tal direzione e quindi, in raccordo con il tavolo di salvaguardia metropolitana vedremo nei prossimi giorni, per quanto riguarda i due operatori delle biblioteche e nei prossimi mesi per quanto riguarda i 12 operatori dei servizi educativi, le declinazioni pratiche delle intenzioni espresse.
Il Piano pluriennale di riequilibrio prevede anche il blocco delle assunzioni del personale comunale, almeno per i prossimi tre anni. Un blocco che aggraverà ulteriormente la grave situazione di carenza di organico del Comune che oggi conta 27 dipendenti che si traduce sull’impossibilità di continuare a garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini.
Anche per questo abbiamo ritenuto necessario il coinvolgimento, oltre che dell’unione Reno Galliera che sta già dando il suo supporto, anche quello della Città Metropolitana e chiederemo anche quello della Regione, affinché svolgano un ruolo fattivo finalizzato al mantenimento occupazionale e alla tenuta dei servizi ai cittadini del nostro territorio.
INTEGRAZIONE SCOLASTICA COMUNE DI BOLOGNA: BASTA SCUSE, CHIEDIAMO RISPETTO!
Il servizio di integrazione scolastica del comune di Bologna è gestito attraverso un appalto al Raggruppamento Temporaneo di Impresa che si è costituito tra le cooperative Quadrifoglio e OR.SA. Vede coinvolti circa 800 tra educatrici ed educatori. Professionisti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato ma con contratti spesso di 18 ore settimanali e in alcuni casi anche meno.
Come FP CGIL da anni chiediamo l’apertura di un confronto che porti all’aumento e alla stabilizzazione dell’orario settimanale di questi contratti tenendo conto che il CCNL prevede 38 ore settimanali.
Su questo tema Quadrifoglio ed OR.SA sono sorde e, al contrario, per fare fronte a questioni organizzative che potrebbero essere programmate in quanto insite nella natura del servizio reso (maggiore richiesta nell’anno scolastico e minore richiesta nel periodo estivo) agiscono in maniera unilaterale chiedendo variazioni dell’orario settimanale ai singoli lavoratori.
Quest’anno, come se non bastasse, la Cooperativa Quadrifoglio si è resa protagonista di una trovata clamorosa, al limite dell’assurdo:
- a settembre 2023 ha “proposto” e fatto firmare a tutti i dipendenti una variazione di incremento orario settimanale fino a maggio 2024 a tutti i suoi dipendenti;
- il 7 di novembre (un mese e mezzo dopo) ha “proposto” di firmare una nuova variazione, questa volta a decremeto del periodo ridotto ad un solo mese, perché quella di settembre “non la ritiene più valida”;
- a questo punto diversi dipendenti (oltre a non capirci più nulla) hanno deciso di firmare per avere il pagamento almeno delle ore svolte in più ad ottobre; altri si sono rifiutati nella convinzione di aver diritto a quanto firmato a settembre;
- morale della favola: le ore svolte in più non sono state pagate neanche ai dipendenti che hanno firmato le variazioni di novembre.
Tutto questo è inaccettabile
LE EDUCATRICI ED EDUCATORI DI BOLOGNA CHIEDONO RISPETTO!
Il loro lavoro, fatto di cura quotidiana per tutte le/gli alunne/i disabili di Bologna non merita un simile trattamento. Occorrono risposte concrete! Occorre dare dignità e stabilità al lavoro sociale! Come abbiamo già avuto modo di dire, crediamo che simili modalità siano indegne di un paese civile e non ci consentano di discutere nel merito delle questioni, per cercare soluzioni condivise.
Un appalto come quello dell’integrazione scolastica di Bologna ha sicuramente una modalità di gestione non facile, noi non ci sottraiamo di sicuro al confronto, ma non possiamo neanche pensare che la soluzione di problemi complessi sia lo scaricamento di tutto il peso organizzativo sui singoli educatori. I quali, in mancanza di soluzioni, spesso e volentieri FUGGONO dai servizi per cercare contesti lavorativi più dignitosi.
Come FP CGIL di Bologna riteniamo necessario il coinvolgimento diretto del Comune di Bologna, in quanto ente committente, per redimere le questioni emerse e per questo chiederemo di essere convocati quanto prima ad un incontro.
SIAMO CONVINTI CHE PER QUESTA CITTA’ E PER L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA SIA UN VALORE E SIAMO CERTI CHE ATTRAVERSO IL CONFRONTO E L’ASCOLTO DI CHI IL SERVIZIO LO SVOLGE, POTREMO TROVARE SOLUZIONI ADEGUATE.
Importanti risultati al Rizzoli dopo lo sciopero dello scorso Aprile proclamato dalla FP CGIL di Bologna
Nella giornata del 3 Novembre 2023 scorso, all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, è stato sottoscritto l'accordo sui fondi.
Si tratta di un importante risultato ottenuto grazie al lavoro che si è riusciti a fare dopo lo sciopero dello scorso aprile proclamato dalla FP CGIL di Bologna. E' la dimostrazione che quando siamo ascoltati i risultati per le lavoratrici e i lavoratori li portiamo a casa ed è la conferma che quando le lavoratrici e i lavoratori scioperano per essere ascoltati le cose poi possono migliorare. Ora è importante che il Governo ci ascolti ed è quindi IMPORTANTE ADERIRE ALLO SCIOPERO PROCLAMATO PER IL 17 NOVEMBRE PER I RINNOVI CONTRATTUALI, PER UN PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI E CONTRO I TAGLI ALLA SANITA' E ALLE PENSIONI. La Cgil c'è. Partecipa/Aderisci/Iscriviti.
Di seguito, in sintesi, l'accordo prevede:
🟥 1- aumento delle indennità di Pronta disponibilità ; dell'indennità di "area critica" art 107 c.2 (sale operatorie, terapie intensive e pronto soccorso); dell' indennità di lavoro notturno di circa il 30% a partire dal 01.01.23 (quindi ci saranno gli arretrati).
🟥 2- sono finalizzati 230mila euro per i DEP (i passaggi di fascia previsti dal Ccnl 2019-21) a partire dai 01.01.23. Tenendo conto di coloro che hanno fatto un passaggio di fascia negli ultimi 3 anni (che non potranno partecipare alla selezione), contiamo che possano effettuare un passaggio di fascia circa il 50% degli aventi diritto.
🟥 3- previsti 130mila euro per far fronte al danno economico della perdita dell'indennità di rischio del personale di Sala Operatoria (l'accordo sulle sale operatorie sarà discusso entro metà novembre, pur rimanendo la contrarietà del sindacato che ha più volte chiarito che l'indennità di rischio non è monetizzabile).
🟥 4- applicato il CCNL in merito alla valorizzazione degli incarichi di funzione. Entro febbraio 2024 andrà revisionata e aggiornata la mappatura in considerazione dell'organizzazione e del coinvolgimento dell' area degli operatori e degli assistenti.
🟥 5- la garanzia del pagamento dello straordinario per tutto il personale del comparto che lo richiederà.
🟥 6- l'impegno all'applicazione contrattuale in tema di verticalizzazioni entro il primo trimestre 2024.
La Cgil, infine, ha richiesto che gli ulteriori 240mila euro di residui del 2022 siano redistribuiti a tutte e tutti mediante il saldo della produttività collettiva ma le altre organizzazioni sindacali hanno ritenuto di tenere sospeso questo discorso ed aggiornarlo a seguito degli approfondimenti sull'accordo welfare aziendale (ancora?!).
A tal proposito, nel cedolino di novembre ci sarà il saldo della produttività collettiva 2022, saldo che avrebbe potuto essere di 400 euro in più se invece di sottoscrivere l'accordo sul "welfare" (la Cgil unico sindacato a non aver firmato!) avessero approvato quanto da noi richiesto.
INL: Sciopero per dire basta con la sicurezza sul Lavoro a costo zero
La RSU dell’ITL di Bologna e le OO.SS., nell’ambito del proclamato stato di agitazione, oggi hanno aderito allo sciopero con grande convinzione, facendo segnare percentuali di adesioni pari all’’82,76% per denunciare il seguente paradosso: essere dei lavoratori che tutelano gli altri lavoratori senza ricevere loro stessi le adeguate tutele!
E di ciò è stata informata la cittadinanza mediante la distribuzione di volantini recanti l’illustrazione dei principali problemi che affliggono gli Ispettorati del lavoro.
Una costante carenza di personale, nonostante un reclutamento importante di personale, a dimostrazione della poca attrattività di questo Ente rispetto ad altri.
Permane infatti un abisso al quale il Governo non pone rimedio, tra la professionalità e le responsabilità richieste ai dipendenti e la retribuzione corrisposta.
Sono gli unici Ufficiali di Polizia Giudiziaria ai quali non vengono riconosciute le relative indennità (di funzione e di U.P.G.). La sicurezza sul lavoro a costo zero!
Occorrono ingenti risorse. Investimenti in beni strumentali (auto di servizio, telefoni cellulari, computer, accesso a banche dati) e finanziari (adeguate coperture assicurative per la responsabilità professionale e per l’uso del mezzo proprio), altrimenti la tanto proclamata lotta al lavoro nero e, soprattutto, la prevenzione della perdita di vite umane sul lavoro resteranno solo vuoti proclami, discorsi retorici d’occasione.
Ad oggi è il personale a colmare tali carenze di risorse mettendo a disposizione i propri strumenti (veicoli privati e mezzi informatici) senza che sia previsto alcun rimborso o indennità specifica. Ci si ricorda di INL solo quando ci sono morti o infortuni sul lavoro o ci sono vigilanze strategiche da effettuare.
Da tempo si richiede di trasformare l’INL in una vera Agenzia, dotata di piena autonomia di spesa, così da poter svolgere appieno i compiti gravosi cui è preposta e da riconoscerne finalmente il ruolo di cerniera fra il lavoro e i compiti che la Costituzione attribuisce allo Stato.
Dopo 6 anni dall’istituzione dell’INL, si è rimasti in mezzo al guado: non si fa più parte del Ministero del Lavoro ma non siamo neppure un’Agenzia, con la conseguenza che anche la più banale delle spese deve essere autorizzata dal superiore Dicastero e dal MEF.
Pare che le cose siano state apparecchiate per garantire, non la massima efficienza, ma la massima farraginosità e inefficienza.
Da anni oramai chiediamo che siano riconosciuti gli arretrati della perequazione dell’indennità di amministrazione, a partire dal gennaio 2020 e già corrisposti a tutti i dipendenti degli altri Enti del Comparto Funzioni Centrali.
Tutto questo non avrebbe alcun aggravio per l’erario, data la disponibilità dell’INL ad utilizzare i soldi del proprio bilancio a tale scopo. Ci si domanda, senza apparente risposta, sul perché analoga difficoltà a reperire risorse non sia sorta per l’aumento abnorme del numero delle posizioni dirigenziali, all’interno del recente processo di riorganizzazione piovuto dall’alto. Un caso alquanto bizzarro a noi pare. Da tempo, infine, denunciamo che l’informatizzazione di questo Ente, nonostante i tanti soldi spesi, non è ancora riuscito a determinare un effettivo salto di qualità.
Chiediamo concrete azioni tese a risolvere le troppe criticità una volta per tutte e riconoscere alla vigilanza sul lavoro il ruolo che le appartiene, come non ha mancato di sottolineare ancora una volta nelle scorse settimane il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Comune di Bologna: sul Personale serve un cambio di passo! E serve adesso!
FP CGIL, CISL FP, UIL FPL sostengono convintamente la posizione espressa dai propri delegati nella RSU del Comune di Bologna e la rivendicazione di un cambio di passo ormai urgentissimo al Comune di Bologna.
La situazione delle lavoratrici e dei lavoratori – che materialmente ogni giorno garantiscono i servizi pubblici per tutti i cittadini – deve tornare tra le priorità del Comune. Così oggi non è!
Denunciamo da anni vincoli di legge nazionali assurdi per la garanzia del funzionamento dei servizi pubblici, ma il Comune deve fare tutte le scelte possibili che vadano a favore delle lavoratrici e dei lavoratori.
E’ inaccettabile, e va detto, l’interruzione, già nel corso del 2022, delle assunzioni in precedenza annunciate per centinaia di figure, cosa che a fronte di blocchi alle assunzioni durati per oltre dieci anni rappresentava solo un primo segnale di inversione di tendenza per dare un futuro ai servizi dei cittadini.
Per il 2023 sono previste solo poche decine di assunzioni: come si terrano aperti i servizi ai cittadini, garantendone efficacia e qualità? Come si realizzeranno i tanti progetti innovativi del Comune, annunciati o già pienamente in corso, compreso il PNRR?
Vale per i servizi educativi, per i servizi sociali, per la polizia locale, ma vale anche per i quartieri, i musei, le biblioteche, per tutti i settori tecnici, i servizi demografici, tutti gli sportelli, e più in generale per tutte le lavoratrici e i lavoratori amministrativi che prestano la loro attività negli uffici che i cittadini non frequentano abitualmente ma che sono determinanti, ogni giorno, per dare tutte le risposte necessarie alla città.
Se la risposta è che si procederà assumendo, magari a condizioni peggiorative per i lavoratori, per il tramite di Fondazioni o ampliando gestioni esternalizzate a società private o partecipate, diciamo da subito che non siamo né saremo d’accordo! Così come diciamo da subito no a ulteriori peggioramenti delle condizioni di lavoro ai moltissimi che lavorano da tempo in condizioni di sotto-organico.
E che dire del fatto che - unico caso nel territorio metropolitano - non è ancora iniziata la nuova contrattazione decentrata sul salario accessorio dopo il rinnovo del CCNL, già scaduto? E che al momento il fondo per il salario accessorio del personale non raggiunge ancora nemmeno il tetto imposto dalla legge, fermo al 2016! Il che significa addirittura non avere nuove progressioni orizzontali e contemporaneamente abbassare la produttività del 2022. E che nessuna garanzia è stata data circa la messa disposizione delle risorse aggiuntive per garantire le progressioni di carriera previste nel CCNL?
Alcune risposte devono arrivare dal Governo nazionale, a partire dal rinnovo dei Contratti Nazionali e dallo sblocco dei tetti di spesa sul personale, certo, ma tutto quello che il Comune può fare per le sue lavoratrici e i suoi lavoratori deve essere fatto, e deve essere fatto adesso!
Invitiamo quindi i lavoratori tutti a partecipare alle due assemblee RSU di tutti i dipendenti nel Cortile d’onore di Palazzo di Accursio lunedì 16 ottobre (12.30 – 14 ,30 per tutti tranne servizi 0-6, dalle 15 alle 18).
RIVENDICHIAMO, TUTTI ASSIEME, UN CAMBIO DI PASSO PER TUTTI I LAVORATORI. ORA!
Riorganizzazione Emergenza Urgenza - Non ci sono ancora le condizioni
Dopo l'incontro con l'Azienda Usl sui Centri Assistenza Urgenza - CAU - Marco Pasquini e Gaetano Alessi, rispettivamente segretario generale e responsabile comparto sanità della Fp Cgil di Bologna affermano che non ci sono ancora le condizioni.
Ad oggi mancano ancora le istruzioni operative e il modello organizzativo.
Per la trasformazione dei due PS di Budrio e Vergato in Cau, l'unica idea proposta dall'Azienda è sottrarre 5 unità infermieristiche a Budrio per destinarle a Vergato sulla base di disponibiltà volontarie.
Per quanto riguarda poi la futura apertura dei Cau di Navile e Casalecchio l'intenzione dell'azienda è quella di chiedere trasferimenti volontari tra gli operatori dei Ps della provincia e della Co118 di Bologna, senza però chiarire chi andrà a sostituirli in reparto.
Considerato che al momento in azienda c'è il blocco delle assunzioni, l'attuazione del piano di riorganizzazione dell'emergenza urgenza, ci pare evidente, si pensi di attuarlo togliendo da una parte, aggiungedo dall'altra.
Stessa situazione anche sul versante dei mezzi di soccorso avanzato (le ambulanze). Pur mantenendo il numero dei mezzi, sulla città di Bologna e in Pianura Est, saranno meno quelle con il medico a bordo.
Manca un piano strutturato e chiaro di formazione e non è ancora stato chiarito quale rapporto regolerà le attività tra professionisti (medici di Continuità Assistenziale che operano secondo una convenzione e professionisti sanitari che soni dipendenti dell'Azienda).
Manca completamente la campagna di sensibilizzazione della popolazione.
L'unica cosa certa per l'azienda è che con i Cau di Budrio e Vergato si parte dal 1° di novembre.
Per Noi, come peraltro abbiamo ribadito al termine dell'incontro, è certo che fino a che non ci saranno le condizioni, non si parte.
All’istituto penale per minorenni del Pratello, un’emergenza che dura da troppo tempo, sta diventando una insostenibile normalità
Nei giorni scorsi, una rappresentanza della FP CGIL di Bologna ha condotto una visita presso l’Istituto Penale per Minorenni.
Gravi le carenza riscontrate: mancanza di letti, di materassi, tanto che ad alcuni minori il posto letto è attualmente garantito con un materasso di fortuna sul pavimento, scarsa pulizia, camere detentive che mancano di finestre, altre alle quali il secondo cancello è stato tolto in quanto non più funzionante. Nei giorni scorsi due minori sono rimasti bloccati all’interno della loro camera per lungo tempo per la rottura della serratura della porta blindata.
Lo stesso Direttore dell’Istituto ci ha illustrato le problematiche presenti nell’Istituto: il persistente cronico sovraffollamento, peraltro aggravato dalla presenza di minori con gravi problematiche di natura psichica, a cui fa da contraltare la gravissima carenza di personale che ha anche determinato la sospensione di attività trattamentali destinate ai minori. Infine la mancanza di un Comandante titolare. L’attuale Comandante è infatti presente tre soli giorni settimanali. Anche il medico in servizio nella struttura ha lamentato l’assenza di una poltrona odontoiatrica per poter condurre gli interventi quotidiani più urgenti e indifferibili.
Le circa 30 unità di personale che operano nell’istituto, devono giornalmente assicurare la sorveglianza nelle sezioni e nei vari posti di servizio, i servizi di scorta dei detenuti in udienza presso il Tribunale, le eventuali scorte presso gli ospedali cittadini, la vigilanza sui minori che fruiscono delle ore d’aria all’aperto che, soprattutto nell’ultimo periodo, viene assicurata da una sola unità di personale, la vigilanza sulle varie attività trattamentali che si svolgono all’interno dell’Istituto in spazi spesso distanti tra loro.
Il personale che abbiamo incrociato durante la visita ci è apparso provato, scoraggiato ed esasperato dalle attuali proibitive condizioni di lavoro, per le quali sono costretti ad effettuare un numero spropositato di ore di lavoro straordinario, doppi turni ed in qualche caso a proseguire il servizio dopo il turno di notte. Anche le dotazioni strumentali fornite al personale di polizia penitenziaria sono insufficienti e mal funzionanti. La sala regia, posto di servizio strategico, è dotata di telecamere non sempre funzionanti e che per la grave carenza di personale non sempre sono sorvegliate.
Il rapporto numerico tra operatori e minori che era un tempo di 2:1, per effetto dell’apertura del secondo piano detentivo senza un adeguato rafforzamento numerico del personale, è oramai quasi di 1:1. In questo modo si mette a rischio la sicurezza degli operatori e l’incolumità dei minori oltre che la funzione di recupero.
Si tratta di una emergenza che dura da troppo tempo e sta diventando una insostenibile normalità che la FP CGIL di Bologna denuncia da tempo e che continua a denunciare.
Abbiamo chiesto l’urgente interessamento delle Istituzioni governative a tutti i livelli e delle Autorità cittadine Civili e Religiose preposte, perché si facciano carico e trovino soluzioni ad una situazione che rischia seriamente di non poter garantire i diritti più elementari ed una giusta e dignitosa detenzione per i minori, tantomeno adeguate e dignitose condizioni di lavoro per tutto il personale che presta servizio nella struttura.
La FP CGIL di Bologna chiede l’urgente e adeguato incremento dell’organico di polizia penitenziaria e pari attenzione per le figure carenti di educatori ed assistenti sociali.
Non si può non rappresentare la necessità di diminuire drasticamente il numero dei minori ristretti, con l’allontanamento di quelli più problematici, viste anche le contenute dimensioni della struttura che non consentono di poter garantire una qualità del servizio senza una misura.
“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione” Lo diceva Voltaire nel ‘700. Noi le vediamo tutti i giorni …..
ASP PIANURA EST - Basta emergenza continua
La situazione di continua emergenza con cui stanno lavorando le lavoratrici ed i lavoratori dell’ASP PIANURA EST non è più sostenibile, per i lavoratori come per gli ospiti in tutti i servizi.
Sei case residenza anziani, cinque centri diurni, una struttura residenziale per disabili adulti. Più di duecento lavoratori specializzati al servizio di ospiti, tutti in condizioni di particolare fragilità, per la grandissima parte in condizioni di totale non autosufficienza.
Da tempo segnaliamo carenze di organico di OSS e di infermieri, che determinano quotidianamente lavoro con personale ridotto, effettuazione di doppi turni e spostamenti continui tra le diverse strutture.
Ci sono voluti mesi ai Comuni Soci per approvare il Bilancio dell’Azienda mettendo addirittura a rischio il salario accessorio delle lavoratrici e dei lavoratori.
Sappiamo bene che OSS e infermieri sono diventati dovunque una risorse rara e preziosa ma è arrivata l’ora di mettere in campo ogni possibile soluzione per invertire questa tendenza.
DALL’AZIENDA PRETENDIAMO:
- il mantenimento degli impegni e delle scadenze prese ai Tavoli Sindacali.
- le sostituzioni del personale assente
- Nuovi concorsi per OSS e Infermieri
- Aggiornamento condiviso dei Piani di Lavoro
- Attivazione dei Piani di Emergenza quando necessario
AI COMUNI SOCI DEL DISTRETTO PIANURA EST E ALLA REGIONE CHIEDIAMO CON FORZA:
- tutte le risorse economiche necessarie;
- una credibile prospettiva futura per l’Azienda e i servizi pubblici che le sono affidati;
- la presa in carico del tema della carenza delle professionalità specifiche, a partire dal ripristino di percorsi di formazione regionali per il profilo OSS.
ll LAVORO DI CURA che viene svolto dal personale dell’Azienda è un lavoro competente attento davvero ai bisogni degli anziani e dei disabili. Un bene comune fondamentale per gli ospiti come e per le loro le famiglie! Va valorizzato e non disperso!
ORA BASTA! I PROBLEMI DELL’ASP VANNO RISOLTI E NON DEVONO ESSERE SCARICATI SU OSPITI E LAVORATORI!
Figure professionali fondamentali per l'inclusione
Giovedì 14 settembre 2023, a partire dalle ore 10, il personale dell’inclusione scolastica, lavoratrici e lavoratori con le qualifiche di educatrice/educatore che affiancano bambini e ragazzi con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, sarà in presidio, insieme alla FP CGIL, davanti alla Prefettura di Bologna.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mobilitazione nazionale per rivendicare un lavoro stabile, una retribuzione adeguata e la valorizzazione delle professionalità degli educatori e degli operatori che lavorano in questo ambito scolastico.
Sono lavoratrici e lavoratori occupati all’interno di appalti pubblici gestiti quasi esclusivamente da cooperative sociali, la cui condizione lavorativa è estremamente precaria, anche per coloro che hanno rapporti di lavoro a tempo indeterminato ma che comunque non hanno né una stabilità oraria, né retributiva.
La loro presenza nelle scuole è soggetta alle variabili determinate dalla presenza degli alunni con disabilità nel corso dell’anno scolastico, oltre al fatto che durante i periodi di chiusura scolastica il personale resta a casa senza retribuzione. Ciò è quanto è successo durante le frane e le alluvioni che hanno colpito la città Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.
A tale instabilità si aggiungono le retribuzioni basse e la frammentazione dei luoghi dove il personale svolge l’attività lavorativa.
Eppure, questa figura è determinante all’interno delle scuole perché si occupa sia degli aspetti educativi che assistenziali degli alunni disabili inseriti nelle classi. A testimonianza dell’impatto di questi lavoratori all’interno della scuola basti citare il fatto che nella Città Metropolitana di Bologna si contano svariate centinaia di educatori e di operatori alle dipendenze delle cooperative sociali. Figure per le quali è stato necessario un lungo e complicato lavoro sindacale per vedere loro garantito il corretto inquadramento previsto dal contratto nazionale.
Problematiche che potrebbero trovare soluzione solamente se queste lavoratrici e lavoratori passassero alle dipendenze dirette dello Stato o dei committenti pubblici.
Con questa mobilitazione la FP CGIL intende sostenere anche i disegni di legge presentati nelle commissioni delle camere parlamentari per ottenere l’internalizzazione di tutto il personale operante nelle scuole riconoscendo così una reale valorizzazione professionale.
Per questo motivo chiederemo con forza l'approvazione e il finanziamento adeguato dei provvedimenti legislativi finalizzati all’assunzione all’interno della Pubblica Amministrazione di queste figure professionali.
Operatori Sanitari Ausl Bologna meno 96 - Grido di allarme della FP CGIL di Bologna
Avevamo lanciato l'allarme meno di una settimana fa - dicono Marco Pasquini Segretario generale della Fp Cgil e Gaetano Alessi Responsabile del Comparto sanità- adesso arrivano le conferme ufficiali.
Ben 96 cessazioni, senza sostituzioni, di operatori sanitari in Ausl Bologna:
meno 2 Fisioterapisti
meno 2 Logopedisti
meno 4 Educatori Professionali
meno 1 Infermiere Senior
meno 40 Infermieri
meno 4 Ostetriche/ci
meno 5 Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico
meno 1 Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
meno 1 Tecnico di Neurofisiopatologia
meno 1 Termotecnico
meno 1 Addetto di cucina
meno 1 Addetto ai Servizi Sanitari
meno 2 Centralinisti con Funzioni di Custodia
meno 1 Centralinista
meno 2 Autisti di ambulanza
meno 1 Ausiliario
meno 10 Amministrativi
meno 1 Commesso
meno 1 Ricercatore Sanitario
meno 1 Collaboratore Professionale di Ricerca Sanitaria
meno 3 Assistenti Sociali
meno 11 Operatori Socio Sanitari
Ed è solo l'inizio. Se continuerà a non essere coperto il turnover, entro la fine dell'anno saranno a rischio i servizi per i cittadini, oltre che il benessere lavorativo dei lavoratori della sanità che restano, che saranno sempre più stimolati ad andare via per le pesanti condizioni di lavoro.
Noi siamo in mobilitazione da tempo e continueremo ad esserlo anche con la manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma, ma occorre che tutta la comunità si faccia sentire partecipando.
Senza operatori sanitari, non c'è sanità e senza sanità il danno è per tutti. Specialmente per chi è più debole e lontano dalla città.