Forte preoccupazione per il futuro del lavoro nella cultura nel Comune di Bologna.
E' quella condivisa in assemblea da lavoratrici e lavoratori delle biblioteche, dei musei, del settore cultura e creatività.
Il Comune annuncia da tempo una serie di investimenti e l'apertura di nuovi luoghi della cultura, da ultimo anche acquisendo in comodato Palazzo Pepoli da Fondazione Carisbo.
Ma con quali lavoratori si gestiranno i nuovi luoghi della cultura se il sottorganico è già evidente nei servizi esistenti, pur a fronte dell'apporto fondamentale dato ogni giorno anche dal personale in appalto?
Non è con i bandi del servizio civile o tantomeno con il volontariato che si può garantire il presidio pubblico comunale sulle politiche e sui servizi culturali della città!
Servono assunzioni dalla graduatoria in scadenza a luglio, peraltro l'unica esistente e serve una vera programmazione del fabbisogno di personale del settore, commisurata al livello di servizio che si vuole offrire ai cittadini. Occorre quindi bandire con urgenza concorsi per tutte le professionalità necessarie avendo chiaro quale prospettiva professionale si vuole garantire alla futura gestione comunale della cultura nella città.
Investire seriamente in cultura significa innanzitutto assumere e valorizzare le lavoratrici e i lavoratori necessari. Significa sviluppare i progetti e organizzare i servizi non escludendo, ma coinvolgendo davvero le tante competenze presenti nel settore e per quanto riguarda le parti appaltate, significa applicare il Contratto nazionale di Federculture, che è quello di riferimento per il settore culturale.
Questo va fatto e questo chiedono con forza lavoratrici e lavoratori. Altrimenti viene il dubbio che il futuro sia già predestinato e anche noto: quello di una ulteriore progressiva precarizzazione del lavoro nella cultura nel Comune di Bologna, magari anche attraverso organismi intermedi quali Fondazioni o altro.
Un futuro inaccettabile.
Anche per questo FP CGIL ha proclamato per il 23 Maggio lo sciopero metropolitano dei servizi pubblici.
L'Assemblea delle Lavoratrici e Lavoratori dei servizi cimiteriali e funerari del comune di Bologna verso lo sciopero generale proclamato dalla fp cgil di Bologna
"L’Assemblea delle lavoratrici e lavoratori di BSC e BSF aderisce allo sciopero metropolitano indetto per Giovedì 23 maggio."
Esprime, infatti, preoccupazione per la situazione generale dei servizi pubblici; a differenza di un recente passato anche il territorio metropolitano bolognese inizia ad essere in sofferenza.
Mancati investimenti nella sanità, nella scuola, nei servizi sociali, nell’amministrazione della giustizia, nella sicurezza, nei servizi di igiene ambientale iniziano anche nel nostro territorio ad incidere negativamente nella vita di ciascun cittadino; come sempre da un calo dei servizi, in primo luogo scuola e sanità, sono le classi sociali più deboli a pagare un prezzo maggiore, un prezzo a volte insostenibile.
Depotenziare i servizi pubblici significa colpire chi ha più bisogno e non può permettersi sanità privata, scuola privata, sicurezza privata.
Chiediamo al governo nazionale, a quello regionale e a quello locale di invertire questa tendenza, rimettendo al centro delle scelte politiche e degli investimenti il benessere collettivo. Senza di ciò non possiamo più restare inermi di fronte a quello che sta accadendo.
Nel nostro comparto specifico assistiamo ormai da anni ad un massiccio uso degli appalti al massimo ribasso e a politiche che non mettono la qualità del servizio e la qualità del lavoro al centro.
In moltissime realtà del territorio metropolitano i servizi cimiteriali sono erogati da realtà particolari, aziende cooperative o non che molte volte, per garantirsi un utile, applicano contratti non di riferimento; i colpiti da queste politiche sono i cittadini che si vedono erogare un servizio non sempre all’altezza ed i lavoratori che vedono lesa la dignità del proprio lavoro, con salari non adeguati e , a volte, con politiche di sicurezza sul lavoro non corrette.
TUTTO QUESTO DEVE FINIRE
Chiediamo nel nostro comparto, così come in tutto il comparto dell’igiene ambientale, l’utilizzo dei contratti di riferimento: non è più sostenibile che lavoratori impegnati nelle MEDESIME mansioni abbiano contratti differenti.
Questo assume una valenza ancora più urgente all’interno della nostra azienda, dove quasi tutti i dipendenti del socio operativo si vedono applicare un contratto diverso da quello applicato ai dipendenti di Bologna Servizi Cimiteriali.
Chiediamo alle forze politiche del territorio, cominciando dall’amministrazione comunale di Bologna che detiene la maggioranza delle quote sociali ed il controllo di BSC di intervenire.
NON E’ PIU’ TEMPO DI PROMESSE, DI VEDREMO O FAREMO.
E’ TEMPO DI FATTI CONCRETI
COSÍ NON VA! TENERE AI SERVIZI SIGNIFICA ASCOLTARE CHI I SERVIZI LI FA: LAVORATRICI E LAVORATORI!
Così si chiude l'assemblea organizzata dalla Fp Cgil di Bologna che si è tenuta nei giorni scorsi, presso ľUnione dei Comuni Savena-Idice per i dipendenti dell'Unione e per il personale comandato in Unione dai Comuni di Ozzano e Pianoro, che garantisce buona parte dei servizi alla persona del territorio.
Da tempo le lavoratrici e i lavoratori attraverso i loro rappresentanti sindacali, chiedono di affrontare temi organizzativi e di carichi di lavoro sempre più insostenibili e l'apertura di un confronto sindacale per individuare soluzioni. Nei giorni scorsi, dopo mesi di attesa, la risposta è stata negativa. L'Amministrazione non è disponibile.
Eppure sono i lavoratori che garantiscono ai cittadini l'erogazione dei servizi e che peraltro li hanno fatti funzionare, con senso di responsabilità e abnegazione, anche nei momenti di difficoltà.
Crediamo che quando le lavoratrici e i lavoratori promuovono proposte per migliorare i servizi al cittadino e le loro condizioni di lavoro, dovrebbero essere ascoltati.
Se parliamo poi di servizi alla persona, l'attenzione da parte dell'Amministrazione dovrebbe essere alta oltre che scontata. Si tratta di servizi essenziali.
Serve organizzazione e coordinamento tra tutte le amministrazioni del territorio, a partire da una corretta applicazione contrattuale e un passo avanti sul tema della sicurezza per fare fronte ai rischi di aggressione nei posti di lavoro!
Chiediamo rispetto e un reale coinvolgimento dei lavoratori e di chi li rappresenta!
La FP CGIL di Bologna è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che chiedono a tutte le amministrazioni del territorio Savena Idice di stare dalla loro parte, di considerare e valorizzare il loro lavoro attrverso il quale garantiscono i servizi alle comunità.
Anche per questo saremo in piazza il 23 maggio SCIOPERO GENERALE METROPOLITANO
Quale destino per Educatori professionali socio-pedagocici del Comune di Bologna?
È il quesito emerso oggi nella partecipatissima assemblea organizzata dalla Fp Cgil di Bologna.
Si tratta di professionisti attivi in più servizi comunali, quelli educativi scolastici territoriali e altri dei Quartieri, in diverse unità operative dell’Area Educazione (tra cui l’unità operativa Adolescenti), in diversi servizi del Dipartimento Welfare e promozione del benessere di comunità.
Lavoratrici e lavoratori assunti dal Comune di Bologna per la loro professionalità specifica, per la quale l’ultima graduatoria a seguito di concorso del 2019, si è esaurita.
Lavoratrici e lavoratori che da tempo interrogano il Comune sul loro destino professionale, senza alcuna risposta.
il Comune intende dare applicazione al nuovo ordinamento professionale stabilito dal contratto nazionale per questi professionisti? Se si, come è quando?
Dovrebbero essere inquadrati come funzionari. Una ovvietà visti i titoli formativi richiesti oltre che per la recente istituzione dell'Ordine professionale nazionale dei Pedagogisti ed Educatori Professionali Socio-Pedagogici. Ma il comune di Bologna non dà risposte.
Che senso ha disperdere professionalità specifiche assegnando mansioni totalmente non attinenti al ruolo educativo e al contempo denunciare difficoltà o impossibilità a colmare le crescenti vacanze di organico per ruoli nei quali tali professionalità sono fondamentali per i servizi ai cittadini?
Gli annunci di maggiore incisività delle politiche ad esempio sull’adolescenza o più in generale sulla fragilità giovanile rimangono e rimarranno solo annunci, se al contempo non si investe sul lavoro e sulle professionalità che garantiscono ai cittadini, e specificatamente alle fasce più esposte, quei servizi!
Anche nel Comune di Bologna la reale volontà di dare un futuro a questi servizi ai cittadini si misura sulle azioni concrete come la reale valorizzazione del ruolo e della funzione degli educatori professionali socio-pedagogici. Serve assicurare continuità e qualità ai servizi che gli stessi garantiscono ai cittadini.
Vale per i dipendenti del comune come per i tanti che operano attraverso gli appalti.
Senza lavoratori non ci sono servizi!
Senza qualità nelle condizioni di lavoro, non c’è qualità nei servizi pubblici!
Anche per questo, la FP CGIL ha proclamato lo sciopero generale dei servizi pubblici metropolitani del 23 Maggio.
Unione dei comuni dell'appennino bolognese: Presidio degli operatori dei servizi pubblici alla persona
La gestione diretta dell’Unione dei servizi di assistenza, cura e di prossimità per i cittadini con fragilità permette oggi la presenza di servizi pubblici in tutti i comuni del territorio!
Occorre però avere cura e rispetto anche di chi si occupa di rispondere ai bisogni delle persone, le lavoratrici e i lavoratori che operano in quei servizi, a partire dall'applicazione dei contratti e dal loro reale coinvolgimento nei processi di organizzazione del lavoro!
Stanno esplodendo i carichi di lavoro e aumentano i rischi di salute delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno si prendono cura delle persone in situazione di bisogno!
Servono assunzioni per garantire la stabilità dei servizi e coprire le assenze di organico, occorre un rafforzamento degli uffici e politiche del personale orientate alla valorizzazione del lavoro.
Serve un impegno concreto e un forte raccordo metropolitano per garantire la tenuta del sistema di welfare pubblico di qualità e serve una presa di posizione chiara e precisa da parte delle istituzioni per contrastare politiche nazionali che riducono le risorse agli enti di prossimità e che pongono vincoli sulle assunzioni e sulla valorizzazione del personale.
INVITIAMO TUTTI I CITTADINI E LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI A STARE DAVVERO DALLA PARTE DEI SERVIZI PUBBLICI.
SENZA LAVORATORI E CONDIZIONI DI LAVORO DI QUALITA' I SERVIZI NON ESISTONO!
Anche per questo la FP CGIL di Bologna ha proclamato per il prossimo 23 maggio lo sciopero generale di tutti i servizi pubblici in tutto il territorio bolognese.
Archivio di Stato di Bologna. Primi risultati rispetto l'annunciata chiusura della sede di Imola
Lo scorso aprile avevano denunciato la chiusura della sede di Imola dell’Archivio di Stato di Bologna, a seguito della comunicazione della Dirigente, per gravi carenze di organico.
Come FP CGIL di Bologna ci eravamo subito attivati per scongiurare tale chiusura che avrebbe comportato una sconfitta per tutto il Ministero, ma anche una grave penalizzazione per la collettività, sollecitando un impegno concreto e una sinergia tra Direzione Generale degli Archivi, Direzione dell’Archivio di Stato di Bologna, istituzioni statali e locali, per cercare nuovi spazi e soluzioni per una rinnovata progettualità capace di mantenere l’offerta di servizi al pubblico e rispondere alle esigenze dei cittadini imolesi.
Apprendiamo oggi dalle dichiarazioni rilasciate dalla dirigente dell’Archivio di Stato di Bologna e di Imola, l’intenzione di mantenere in loco il patrimonio documentario del comprensorio imolese.
Siamo ovviamente soddisfatti di tali dichiarazioni e per le nuove opportunità di fruizione e valorizzazione del patrimonio archivistico imolese che si prospettano, spiace solo non aver rintracciato nell’intervista alcuna sottolineatura o riferimento all'impegno sindacale che ha contribuito a determinare una evoluzione rispetto alle posizioni iniziali che peraltro non escludevano il trasferimento dei fondi imolesi fuori dal Comune di elezione.
Ciò detto, fedeli allo spirito costruttivo che ci ha contraddistinto sin dall’inizio della vicenda, ribadiamo la necessità di continuare ad assicurare il servizio di consultazioni con le stesse modalità attuali a beneficio degli studiosi e dei professionisti del territorio, perlomeno fino a quando non si concretizzi – si spera a breve – una soluzione strutturale, con il concorso delle autorità locali imolesi, che tenga insieme in uno stesso luogo l’ingente fondo imolese e la doverosa consultazione di detta documentazione mediante una sala studi adeguata.
Anche per questo la FP CGIL di Bologna ha proclamato per il prossimo 23 Maggio, lo SCIOPERO GENERALE di tutti i servizi pubblici e privati del territorio.
Comune di Bologna. La protesta degli operatori URP (uffici relazione con il pubblico) va in Consiglio Comunale
Grande adesione all’assemblea pubblica indetta dalla FP Cgil di Bologna rivolta al personale degli Uffici Relazioni con il Pubblico del Comune di Bologna. Tutti gli URP della città sono chiusi e molti i dipendenti che sono venuti a Palazzo comunale per portare all’attenzione del Consiglio le ragioni della protesta.
Invece di colmare l’ormai cronica carenza di personale anche in questo servizio al cittadino, l’Amministrazione da mesi sta pensando e ripensando ad un progetto di riorganizzazione degli Uffici Relazioni con il Pubblico senza alcun coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.
Ad oggi non sappiamo nulla, se non “per sentito dire”. Cosa tireranno fuori dal cilindro? Come verrà garantito il servizio degli URP nei quartieri? Le attività cambieranno? In che modo? E i carichi di lavoro? Il personale verrà spostato dalle attuali sedi? Sono tante, troppe le domande alle quali non ci sono risposte.
Un atteggiamento inaccettabile, purtroppo non inedito che denota il livello di considerazione e rispetto che l’Amministrazione ha nei confronti di chi opera nei servizi per dare risposte ai bisogni dei cittadini e delle imprese.
Solo nel 2023 gli Urp cittadini hanno avuto circa 270.000 contatti con l’utenza. Una media giornaliera di 230 rilasci di Carte di Identità elettroniche per un totale annuo che sfiora le 59.000 unità. Oltre 100 certificati di residenza al giorno per un totale di circa 26.000 l’anno, oltre 3000 pratiche nell’anno, per occupazioni di suolo pubblico e manifestazioni. 13.000 le segnalazioni evase, fatte da cittadini per degrado, sicurezza, viabilità e tanto altro. Il tutto con un’organico di 80 operatori suddivisi negli 11 sportelli URP aperti in città.
La carenza del personale si traduce in disagi concreti per l’utenza. Tempi di attesa allungati per il rilascio di documenti come la carta d'identità e la difficoltà per le imprese ad ottenere il rilascio di autorizzazione per l'occupazione di suolo pubblico, necessaria per lo svolgimento delle loro attività. Analoghe difficoltà nell’attività di orientamento all’interno della complessa macchina comunale che gli URP svolgono per il cittadino, nella presa in carico delle segnalazioni sui disagi dovuti alla viabilità, la sicurezza e su tutte e problematiche quotidiane.
Si tratta di disagi che sempre più spesso espongono gli operatori a situazioni di tensione con gli utenti sempre più frustrati e indisposti per i tempi di attesa e dalle complessità.
Come FP CGIL denunciamo da anni la necessità di un piano straordinario di assunzioni per la tenuta e il potenziamento dei servizi pubblici che l’Amministrazione deve garantire ai cittadini. E’ ora che anche l'Amministrazione si batta concretamente, anche sul piano politico, per superare le restrizioni nazionali sulle spese per il personale e sui vincoli assunzionali.
Occorre valorizzare il personale, ascoltarlo e garantire che possa operare in sicurezza. Si tratta di persone che con il loro lavoro si prendono in carico i bisogni di altre persone e sono “il biglietto da visita” dell’Amministrazione
Nelle attuali condizioni non si può andare avanti, non si può garantire un servizio di qualità alla collettività.
Anche per questo la FP CGIL di Bologna ha proclamato per il prossimo 23 maggio lo sciopero generale di tutti i servizi pubblici in tutto il territorio bolognese.
Per i dipendenti del comune di Pianoro la misura è colma. Senza Lavoratori non esistono servizi pubblici!
Lo hanno denunciato nell'assemblea sindacale che si è svolta oggi 9 maggio le lavoratrici e i lavoratori del Comune che negli ultimi anni hanno affrontato continue riorganizzazioni dei servizi per le forti carenze di organico nell'Ente.
Da tempo la FP CGIL di Bologna assieme alle delegate sta chiedendo politiche sul personale volte alla valorizzazione dei dipendenti, a nuove assunzioni, alla stabilizzazione dei servizi e ad una organizzazione del lavoro che veda il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso efficaci relazioni sindacali.
Richieste che fino ad ora sono cadute nel vuoto.
È da ormai troppo tempo, già prima della pandemia da Covid 19, che i servizi del comune sono garantiti con continuità alla collettività, solo grazie all'abnegazione delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente si adoperano per fornire risposte qualificate e professionali ai bisogni dei cittadini, nonostante la grave e costante carenza di personale.
Si chiede rispetto, considerazione e valorizzazione dei dipendenti e l’avvio di un confronto di merito che consenta di attuare una corretta applicazione del Contratto Nazionale, il corretto riconoscimento dei diritti e delle potenzialità in esso contenute e lo sviluppo della contrattazione decentrata.
L'assemblea di oggi ha quindi deciso all'unanimità di mobilitarsi attuando tutte le iniziative necessarie.
SENZA LAVORATORI NON ESISTONO SERVIZI PUBBLICI!
La FP CGIL di Bologna è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori verso lo SCIOPERO GENERALE già proclamato in tutto il territorio Bolognese per il prossimo 23 maggio.
Comune di San Pietro in Casale - Senza Lavoratori non ci sono Servizi Pubblici. Verso lo sciopero del 23 maggio
E’ tristemente noto che a causa del grave disavanzo economico sul Bilancio 2023, il Comune di San Pietro in Casale ha attuato un Piano di Riequilibrio decennale, i cui effetti si stanno facendo via via sempre più evidenti.
Meno noto è che nel Piano è prevista la drastica riduzione del personale comunale, dato che per anni nessuna uscita a seguito di pensionamento sarà sostituita.
Parliamo di un Comune che già prima del Piano di riequilibrio aveva la necessità di dare copertura con nuove assunzioni ai posti che si erano resi vacanti nel corso degli anni e che oggi, in pochi mesi è passato da 32 a 26 dipendenti. Nel 2020 i dipendenti era 35. A questa grave situazione di carenza di personale si aggiunge la decisione di non sostituire neppure il personale che per motivi diversi dal pensionamento decidesse di dimettersi volontariamente.
Senza Lavoratori non ci sono servizi pubblici
Già ora il personale comunale si trova nell’impossibilità di poter continuare ad erogare alcuni di quei servizi che hanno da sempre caratterizzato il Comune di San Pietro per l’attenzione verso i propri cittadini. Situazione che non di rado è fonte di conflittualità nei confronti dello stesso personale.
A breve il poco personale presente sarà chiamato a garantire tutta l’attività per le prossime elezioni amministrative e, come se non bastasse, il Comune di San Pietro è stato inserito in una sperimentazione per il rilascio del passaporto tramite Poste italiane (che sono oggetto di privatizzazione) che rischia di determinare un sovraccarico di attività agli operatori del servizio anagrafe ai quali viene chiesta la disponibilità di autenticare parte del procedimento. Gli uffici amministrativo-contabili sono chiamati a verifiche e rendicontazioni straordinarie, con personale dimezzato per ricollocamenti interni e gli uffici tecnici, già in carenza di personale e di risorse si troveranno a gestire anche i lavori assegnati dal PNNR.
Per non parlare della situazione della squadra esterna composta da 4 operatori, il cui dimezzamento nel prossimo futuro rischia di pregiudicare l'operatività e la sicurezza sul lavoro.
Serve un numero adeguato di lavoratori per garantire i servizi pubblici ai cittadini!
Serve garantire con urgenza la sostituzione immediata delle dimissioni volontarie!
Serve sostenere le lavoratrici ed i lavoratori che continuano con abnegazione a garantire per quanto possibile i servizi ai cittadini, coinvolgendoli pienamente in ogni riorganizzazione necessaria, come ad esempio l’aumento immediato delle ore dedicate al back office, il riesame urgente di vari procedimenti ecc.
Serve fin da ora l’impegno che le somme che il piano di riequilibrio lascia alla discrezione dell’Amministrazione siano investite per l’assunzione di personale!
La FP CGIL di Bologna è al fianco delle lavoratrici e lavoratori del Comune di San Pietro in Casale e del loro lavoro quotidiano per tutti i cittadini del Comune.
Scioperiamo insieme il prossimo 23 Maggio per dare un futuro a tutti i Servizi Pubblici a San Pietro in Casale e in tutto il territorio metropolitano!
Grande sconcerto e contrarietà per l'annunciata chiusura della sede distaccata di Imola, dell'Archivio di Stato di Bologna
Siamo stati informati dalla dirigente dell'Archivio di Stato di Bologna che la sede distaccata di Imola chiuderà per la grave carenza di personale.
Sono anni che la FP CGIL denuncia, inascoltata, la necessità di attuare un piano straordinario delle assunzioni per far fronte ad una situazione di anni che sta caratterizzando l'intero sistema dei servizi ai cittadini e anche tutti gli uffici territoriali del Ministero della Cultura.
Gli archivi, così come le biblioteche, i musei e tutti gli uffici del MiC costituiscono un prezioso presidio culturale e istituzionale sui territori e la loro chiusura rappresenta non solo una sconfitta per tutto il Ministero, ma anche una grave penalizzazione per la collettività.
Gli archivi garantiscono un servizio essenziale perché custodiscono documenti che rappresentano la conservazione della memoria delle nostre comunità accessibili a tutti coloro che li frequentano: cittadini, studenti, studiosi e professionisti.
L’archivio imolese, pur non essendo aperto tutti i giorni, ha un numero di fruitori importante che potrebbero sicuramente crescere ancora se disponesse di un organico più consistente. L’incremento del personale permetterebbe inoltre di ampliare l’orario di apertura giornaliera incrementando l’offerta didattica alla comunità scolastica del circondario imolese. Chiuderlo in un territorio che peraltro rappresenta uno dei principali centri culturali, economici e turistici della città metropolitana di Bologna e della nostra regione, non è per noi ammissibile.