Se non si affrontano i nodi strutturali, la tensione nelle carceri è destinata ad aumentare.
La crescente tensione negli istituti di detenzione del Paese e di Bologna e l’inerzia nell’affrontarla continua ad incrementare gli atti di violenza nei confronti del personale di polizia penitenziaria e sanitario che opera nelle strutture.
L’ultimo episodio nell’istituto penale per minori di Bologna è di qualche giorno fa e ha interessato un agente di polizia penitenziaria e il Comandante di reparto che sono stati aggrediti e feriti da un detenuto che rifiutava il trasferimento in altro istituto e che sono dovuti ricorrere alle cure in pronto soccorso.
La FP CGIL di Bologna nell’esprime solidarietà e vicinanza al dirigente e all'agente feriti, non può non denunciare come l'allarme ribadito più volte per la situazione di tensione sempre crescente negli Istituti detentivi cittadini, continui a restare inopinatamente inascoltato.
Il costante sovraffollamento dell'Istituto per minorenni in cui sono attualmente presenti 43 detenuti minorenni e giovani adulti, la presenza di detenuti problematici e le limitazioni strutturali che determinano difficoltà gestionali e di sicurezza, destano sempre di più la preoccupazione che la situazione possa, da un momento all’altro, diventare ancora più drammatica di quanto già non sia.
Aspetto ancora più inquietante è rappresentato dal profondo cambiamento nella percezione della popolazione detenuta che l’inerzia ad intervenire con misure adeguate e strutturali sta determinando. Si rischia che sia sempre più diffusa la convinzione di poter liberamente compiere atti di violenza contro chiunque restando impuniti.
Le promesse unilaterali di inasprimento di misure solo repressive, peraltro presentate come salvifiche, sono illusorie e non risolutive. Al contrario rischiano di contribuire a peggiorare la situazione in un crescendo di azione e reazione senza fine.
Occorre che si affrontino e risolvano i nodi strutturali come il sovraffollamento e la carenza di personale adeguato, comprensivo di quello psicopedagogico, la logistica e le infrastrutture. Altrimenti la situazione è destinata a peggiorare ogni giorno di più.
A proposito di inerzia, come già abbiamo segnalato anche di recente, l'attuale Comandante di Reparto all'inizio del prossimo anno verrà trasferito in altra sede, ma ad oggi, da parte della Direzione Generale Minorile, non si registrano notizie relativa ad una sua celere sostituzione.
Bologna: Un’altra aggressione ad un operatore dei servizi pubblici
Questa volta è toccato ad un operatore ambientale che stava svolgendo il suo lavoro a Bologna in Montagnola in prossimità del manufatto del Pincio.
Mentre cambiava i sacchetti nei cestini per la raccolta dei rifiuti, ha sorpreso un individuo che rompeva gli specchietti del mezzo in dotazione e nel tentare di dissuaderlo è stato a sua volta aggredito con colpi alla testa e agli arti.
L’intervento dei colleghi e delle forze di polizia ha scongiurato il peggio e l’operatore, portato al pronto soccorso del Sant’Orsola, se l’è “cavata” con alcuni punti di sutura per chiudere la ferita riportata alla testa.
Come Fp Cgil di Bologna abbiamo più volte rappresentato le preoccupazioni raccolte tra le lavoratrici e i lavoratori che operano nella zona compresa tra la stazione ferroviaria, p.zza XX Settembre, Montagnola e p.zza dei Martiri che troppo spesso sono oggetto di intimidazioni e minacce da parte di chi si sente disturbato nell’agire il malaffare.
Occorre che le Aziende datori di lavoro e i soggetti committenti si rendano parti sempre più attive per garantire la sicurezza di chi opera al servizio delle comunità.
Al Pratello e alla Dozza la situzione è al limite della tragedia annunciata. Servono risposte immediate.
Nelle Carceri bolognesi, siamo nella condizione in cui la "tragedia" è annunciata, già anticipata dall'aggressione a due agenti della polizia penitenziaria di pochi giorni fa, oltre a quelle avvenute nei mesi scorsi come più volte abbiamo denunciato, inascoltati.
La situazione in cui si ritrova a lavorare anche il personale infermieristico dell'Ausl all'interno del carcere minorile di via del Pratello è assolutamente priva di ogni principio di sicurezza e non è degna di un Paese civile.
A fronte del quasi raddoppio dei detenuti, come più volte abbiamo denunciato, sia il personale infermieristico sia quello penitenziario è rimasto immutato se non diminuito e gli operatori sono in balia di situazioni che non dovrebbero accadere in nessun luogo di lavoro.
Il numero di agenti è assolutamente insufficiente a garantire la giusta sicurezza loro, del personale sanitario e della popolazione carceraria.
Che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Noi continueremo a mettere in atto tutte le azioni sindacali necessarie, di denuncia e di mobilitazione.
Sant'Orsola Malpighi. Aumentano i casi Covid - Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl incontrano la direzione sulle carenze di organico. Serve un piano straordinario di assunzioni
I Sindacati sono in stato di agitazione per l’aumento dei posti letto nelle U.O. che sono già in forte sofferenza a causa dei sottorganici. Manca il personale.
Tutto ciò si traduce - continua la nota - in doppi turni diurni e notturni al personale rimasto in servizio per coprire le assenze per ferie, malattia, infortunio, congedi parentali. I Sindacati evidenziano anche di personale "spostato" temporaneamente ad altre unità operative affinché sia garantita l'assistenza di base e l’implemento dei posti letto per il dea follo del Pronto Soccorso.
"Abbiamo ottenuto dall'azienda una valorizzazione economica per gli operatori coinvolti nel piano del sovraffollamento, ma ribadiamo che bisogna trovare modalità e strategie operative differenti, oltre che immediate, per far fronte a questa insostenibile situazione.Occorre da subito mettere in atto un piano straordinario di assunzioni per far fronte alle necessità di risposte in termini di cura e che permetta di determinare carichi e condizioni di lavoro dignitose e sostenibili.È necessario adottare scelte organizzative che non compromettano le condizioni di lavoro per garantire la continuità e la qualità dei servizi senza gravare sugli operatori".
Re-internalizzazione all’asilo nido di Molinella: dalle parole ai fatti?
A fine luglio, a poche settimane dall’avvio dell’anno educativo 2024-2025, abbiamo appreso dalla cooperativa sociale Serena in maniera non consueta, dell’intenzione del Comune di Molinella di re-internalizzare due sezioni di nido che attualmente sono gestite in appalto dalla stessa
Pur essendo favorevoli e condividendo l'intenzione di riportare sotto la gestione pubblica un servizio così importante per la collettività, dobbiamo evidenziare la mancata corretta informazione alle Organizzazioni Sindacali da parte dell’Amministrazione comunale e i tempi strettissimi per dare attuazione a tale intenzione, nonché la mancanza di chiarezza su tempi e modi in cui avverrà il processo di re-internalizzazione.
Durante l’incontro con l’Amministrazione comunale di Molinella, presente il Sindaco Bernardi, che si è svolto il 7 Agosto scorso a seguito di nostra richiesta urgente, come FP CGIL, abbiamo chiesto impegni e risposte precise su:
Tempi di avvio e chiusura delle procedure concorsuali atte ad assumere da parte del comune il personale necessario da impiegare nelle due sezioni di nido oggetto della re-internalizzazione, consapevoli che difficilmente potranno concludersi entro l’inizio dell’anno educativo 2024 – 2025;
Come garantire la continuità lavorativa del personale dipendente di cooperativa attualmente impiegato nelle due sezioni;
Come garantire la continuità educativa nei confronti dei bambini.
L'Amministrazione Comunale si è impegnata ad incontrarci nei prossimi giorni per proseguire il confronto che per noi dovrà prevedere risposte precise ai temi posti.
Attività di tutoraggio: Strappo tra l’AOSP Sant’Orsola-Malpighi e la FP cgil di Bologna e il Nursing-Up che non firmano l’accordo.
Nel corso dell’incontro sindacale di ieri 24 luglio tra AOSP, la fp Cgil di Bologna e Nursing-up, contrariamente alle altre sigle, hanno deciso di non sottoscrivere l’accordo di distribuzione degli incentivi legati all’attività di tutoraggio svolta nel 2023 e in pagamento nel 2024.
Si tratta di un accordo che, contrariamente a quanto fatto negli anni passati, esclude delle figure per garantirne altre - afferma la fp cgil di bologna – peraltro su attività già svolte. Non si cambiano le regole a partita conclusa.
L’attività di tutoraggio, incentivata con risorse finanziate dalla Regione con un importo di 296.000 euro annui, nell’anno 2023 ha coinvolto complessivamente 1050 operatori. 250 per l’attività programmatoria e 800 per l’attività di tutor (assistente) agli studenti universitari.
A fronte delle stesse risorse finanziate dalla regione, nel 2023 gli operatori coinvolti nelle attività di tutoraggio sono aumentati rispetto al 2022 e per questo come Fp cgil negli incontri precedenti a quello di ieri, avevamo proposto di riparametrare le risorse a disposizione su tutti gli attori coinvolti e di distribuirle in riferimento alle modalità concordate negli anni precedenti. L’Azienda invece ha proposto un accordo di ripartizione che, garantendo gli stessi importi a coloro che hanno svolto l’attività programmatoria (250 persone), determinerà una riduzione, e per alcuni l’esclusione totale, dell’incentivo per coloro che hanno svolto l’attività di tutor. Una proposta di accordo che come Fp Cgil assieme al Nursing-Up abbiamo ritenuto inaccettabile e pertanto, contrariamente alle altre sigle sindacali presenti al tavolo, non abbiamo sottoscritto.
Un accordo che rappresenta un strappo tra l’Azienda e gli operatori che pur avendo già svolto le attività saranno oltremodo penalizzati.
Azienda Ospedaliera S. Orsola – Malpighi: Con il piano ferie estivo ancora non ci siamo
Questo è il quinto anno consecutivo che come Fp Cgil Bologna chiediamo all’Azienda Ospedaliera di predisporre per tempo un piano che consenta di contemperare la garanzia delle ferie estive del personale e la tenuta dei servizi.
Già ad inizio anno, viste le esperienze drammatiche degli anni scorsi, avevamo richiesto all’Azienda, di pianificare una seria programmazione delle ferie estive dell’anno corrente senza ottenere alcun riscontro.
A nulla sono valse le nostre segnalazioni al Prefetto di inizio maggio e anche le 108 nuove assunzioni promesse dopo lo sciopero generale metropolitano della categoria del 23 maggio che avrebbero dato respiro alle lavoratrici e ai lavoratori che operano nelle Unità Operative, non si sono pienamente compiute.
Tutto ciò si traduce nella disposizione di doppi turni e doppie notti del personale presente in servizio che copre i colleghi assenti per ferie, malattia, infortunio, congedi parentali, ecc.., al personale delle medicine interne, delle Geriatrie e della Nefro Dialisi (per citare alcuni esempi) che viene “dato in prestito” temporaneamente ad altre unità operative per permettere l’assistenza di base e alla chiusura di reparti, come quello di Urologia, per implementare personale nelle Unità in sofferenza.
Si tratta di una situazione drammatica che, oltre a mettere sotto stress la tenuta dell’integrità psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori, rischia di mettere in pregiudizio la percezione della qualità di cura dei pazienti che sempre più spesso lamentano il poco tempo che gli viene dedicato durante il ricovero.
Crea sconcerto, ma non stupisce, la scelta di molti operatori tra personale infermieristico e OSS, di dimettersi piuttosto che continuare a lavorare con questi ritmi e con queste modalità insostenibili e con la chiara percezione che l’Azienda Ospedaliera non si prenda cura di chi cura.
Occorre quindi e chiediamo con forza che l’Azienda e le istituzioni pubbliche del territorio, trovino soluzioni immediate per far fronte a questa insostenibile situazione.
Occorre da subito mettere in atto un piano straordinario di assunzioni adeguato a far fronte alle necessità di risposte in termini di cura e che permetta di determinare carichi e condizioni di lavoro dignitose e sostenibili e occorrono scelte organizzative che non scarichino sulle condizioni di lavoro la tenuta dei servizi. Senza personale i servizi non si danno.
In assenza di risposte la continueremo con la mobilitazione, sciopero compreso, per rivendicare il diritto alla cura e di chi cura.
Sereni Orizzonti. L’altra faccia della medaglia
Sereni Orizzonti, gruppo friulano guidato da Massimo Blasoni, ha annunciato qualche mese fa nuovi e cospicui investimenti, circa 200 mln di euro per realizzare 20 nuove strutture per anziani nei prossimi cinque anni. L’azienda è già ben radicata nel territorio italiano con residenze per anziani e persone affette da problemi psichiatrici in 10 regioni: in testa il Piemonte con 27 strutture, segue la Toscana (11) e il Friuli Venezia Giulia (11) poi la Lombardia (10), l’Emilia Romagna (6), la Liguria (5), il Veneto (8), il Lazio (3) e ancora la Sardegna (3) e la Sicilia (1). E’ il secondo colosso italiano con 2.227 dipendenti e, da qualche tempo, ha deciso di esplorare anche il mercato estero, aprendo una RSA in Spagna.
Sono molti gli articoli di giornale che narrano le gesta del gruppo e della holding ad essa collegata ma esiste il rovescio della medaglia: gravi inadempienze in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e l’applicazione di contratti collettivi nazionali pirata e peggiori , sia dal punto di vista economico che normativo.
Sono soltanto 17 i RLS (Rappresentante per i Lavoratori della Sicurezza) eletti o designati su 85 strutture e ben 3 regioni italiane non hanno mai proceduto alla nomina di un RLS , in violazione del D.Lgs. 81/08 (Testo unico sulla sicurezza). E’ evidente che le residenze per anziani dopo il COVID hanno cambiato pelle e l’incidenza di patologie croniche è aumentata drasticamente. L’assenza dell’RLS comporta mancanza di trasparenza nella valutazione del rischio biologico nei confronti dei lavoratori e parimenti le infezioni verso gli ospiti potrebbero essere sottovalutate.
Sul fronte Contratti di Lavoro l’azienda ha scelto unilateralmente di applicare il CCNL AIOP 2012 e il CCNL Anaste 2020: entrambi i contratti sono pirata, ovvero siglati con sindacati non rappresentativi, nonostante le sigle confederali (CGIL CISL e UIL) detengano la maggiore rappresentanza tra le lavoratrici e i lavoratori. Entrambi sono contratti che pagano meno rispetto ad altri contratti applicati nel comparto e la cosa è ancora più grave se pensiamo che la Sereni Orizzonti si finanzia anche con risorse pubbliche per i posti in convenzione.
Bologna ha sul territorio metropolitano 3 strutture per anziani con oltre 100 posti letto della società Sereni Orizzonti, la Fp Cgil bolognese da anni ha avviato un percorso vertenziale per le molteplici situazioni che coinvolgono la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentandole in più occasioni anche alla Prefettura, arrivando sino ad un art.28, condotta antisindacale, per gli inadempimenti della società sulle informazioni relative all’utilizzo di personale somministrato.
Nel mese di Febbraio 2024 la Sereni Orizzonti ha deciso unilateralmente di cambiare contratto collettivo nazionale da ANASTE (2005/2009 firmato da CGIL CISL UIL) con un tabellare fermo da due decenni ad AIOP RSA ccnl ( non sottoscritto dai sindacati confederali, contratto pirata) che a fronte di un aumento tabellare è peggiorativo negli aspetti normativi soprattutto sulla malattia.
La società Sereni Orizzonti non è nuova a gesta del genere, così come non è nuova ad articoli che cercano di evidenziare le modalità con la quale questa società tiene relazioni sindacali sui territori che hanno prodotto spesso mobilitazioni del personale con presidi dinanzi alle strutture, anche dopo avere esternalizzato l’assistenza degli operatori socio sanitari di una delle strutture ad una società che applica un ccnl PIRATA e paga i lavoratori 6,44 euro lordi ora comprensivi di rateo di 13ma e del tfr…
La Funzione Pubblica CGIL, presente in tutte le regioni, in cui la Sereni Orizzonti opera, ha chiesto all’azienda di aprire un confronto stabile, applicare un contratto nazionale che riconosca ai propri dipendenti salari dignitosi e rispettare le norme relative alla salute e sicurezza. L’azienda, dopo un confronto che ha avuto esiti negativi, ha risposto di non avere risorse economiche per dare risposte ai propri dipendenti. Continueremo pertanto nella mobilitazione, con segnalazione agli enti preposti e alle istituzioni.
Dopo la mobilitazione, sviluppi positivi sui Servizi Grave Emarginazione Adulta del Comune di Bologna
Ieri 18 luglio si è svolto l’incontro con l’Assessore Rizzo Nervo del comune di Bologna, con l’Asp Città di Bologna, con tutte le cooperative del consorzio Arcolaio e con la Fp Cgil di bologna, a conferma dell’impegno preso dall’Assessore medesimo in occasione dello sciopero del 16 luglio scorso delle lavoratrici e lavoratori del consorzio l’Arcolaio che si occupano della Grave Emarginazione Adulta e Disagio Abitativo (GEA) proclamato dalla FP Cgil di Bologna.
Il calo di oltre 450 ore settimanali comunicato dal Consorzio Arcolaio in sede prefettizia si è notevolmente ridotto a 146 ore per le quali si è registrata la disponibilità ad individuare soluzioni anche in riferimento ai riflessi sulla sicurezza degli operatori.
A tal proposito nei prossimi giorni verrà calendarizzato un incontro da tenersi entro l’estate atto a definire le condizioni necessarie per garantire agli operatori di lavorare in sicurezza, tenendo conto delle potenziali situazioni di rischio. (es. numero minimo di operatori qualificati nei servizi, specialmente di notte, compresenze, ecc)
E’ stata condivisa la necessità e l’opportunità di operare, con il coinvolgimento delle lavoratrici e lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali di categoria firmatarie dei CCNL, il monitoraggio degli effetti della riorganizzazione dei servizi che la co-progettazione degli stessi a determinato e la disponibilità a porre in essere dei correttivi laddove se ne riscontrasse la necessità.
Infine si è condiviso di avviare un percorso che porti a prevedere – oggi non è così – il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali firmatarie dei CCNL, in tutti i futuri processi di co-progettazione dei servizi, fin dalle fasi iniziali.
Alla Casa Circondariale di Bologna la situazione sempre più fuori controllo
Lo scrive la FP CGIL di Bologna al Provveditore Regionale dell'Amministrazione penitenziaria.
Da diverse segnalazioni acquisite emerge, infatti la situazione in cui versa la "Dozza" che è a dir poco allarmante. Gli eventi critici si susseguono a ritmo vertiginoso ed il personale di Polizia Penitenziaria e quello dell'Amministrazione civile risulta in balia delle più svariate pressanti pretese dei carcerati.
Negli ultimi giorni si sono verificati incendi messi in atto da detenuti ampiamente segnalati per le loro intemperanze, che hanno costretto il personale del reparto infermeria ad evacuare l'intera sezione; altri detenuti sono stati ricoverati al pronto soccorso cittadino per un eccesso nell'assunzione di farmaci, altri rifiutano di rientrare nelle loro celle perché pretendono di essere trasferiti altrove.
C'è poi qualche detenuto sottoposto al cd. "isolamento disciplinare" che rifiuta la misura e pretende di passare intere giornate fuori dalla propria camera detentiva, creando continue situazioni di criticità.
A peggiorare la situazione sopra descritta e gettare ancora di più il personale nello sconforto si aggiunga l'atavico sovraffollamento della struttura che ad oggi conta oltre 845 detenuti e la mancanza delle essenziali forniture quali le lenzuola - notizia di questi giorni è che ai nuovi giunti vengono fornite lenzuola di carta visto che l'Istituto è sprovvisto di quelle regolamentari da diverso tempo - situazione che oltre a creare giustificati malumori fra i detenuti, produce problemi enormi di gestione degli stessi.
A questo punto appare più che evidente che gli sforzi e lo spirito di abnegazione degli operatori non sono più sufficienti a gestire la situazione che rischia seriamente di sfociare in situazioni più gravi ancora rispetto agli esempi più sopra evidenziati.
Per l'ennesima volta chiediamo all'Amministrazione di mettere in campo interventi seri e risolutivi per creare condizioni minime di vivibilità per la popolazione detenuta e condizioni di lavoro dignitose per il personale di Polizia Penitenziaria. Concludiamo con un pensiero ormai ricorrente tra il personale dell'Istituto che ci lascia sgomenti e dovrebbe suscitare comune indignazione: «qui i detenuti dovrebbero scontare la loro giusta pena, ma in realtà siamo noi a scontare assieme a loro le pene e quelle di un’Amministrazione sempre più latitante».