Stato di agitazione in ASP Bologna

Oggi, 19 settembre 2022, le sigle territoriali di categoria degli enti locali di Cgil Cisl e Uil hanno inviato comunicazione agli enti preposti relativa alla volontà di indire lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Asp Città di Bologna.
La motivazione dell’iniziativa è da ricercarsi nella complessa situazione aziendale che si è venuta a determinare negli ultimi tempi in Asp. Fra i tanti problemi evidenziati da lavoratrici e lavoratori ci sono, di certo, importanti problematiche di organico, legate all’incapacità di trattenere in organico – da parte dell’azienda – il personale con profili sociosanitari e assistenziali, e il conseguente ricorso alla somministrazione e a situazioni gestionali sotto organico, con ovvio decremento della qualità del lavoro e del servizio offerto. Inoltre, manca chiarezza circa le prospettive stesse dell’Azienda, a cui è necessario dare di contro stabilità dopo diversi cambi di Direzione Generale nell’ultimo periodo. Occorre poi chiarezza da parte dell’Azienda e, soprattutto, da parte del Comune di Bologna, sulle prospettive relative ai servizi riconducibili alla Coesione sociale (che complessivamente coinvolgono a vario titolo circa un quarto del personale di ASP) e alla loro destinazione ultima. Sempre relativamente alle prospettive, è tuttora da evidenziare la crisi ormai pluriennale nella quale si dibatte la gestione del Patrimonio aziendale, il cui corretto utilizzo dovrebbe essere la base del funzionamento di ASP.
Situazioni, almeno la prima, presenti in altre strutture analoghe ma aggravate da situazioni di cattiva organizzazione che le organizzazioni sindacali hanno ribadito più volte negli ultimi anni.
Tra le altre cose, le organizzazioni sindacali credono che non sia più rimandabile un ragionamento di carattere strategico tempo in prospettiva sul sistema delle Asp nel loro complesso.
Per quanto riguarda Bologna, non è più rimandabile neppure un confronto con chi rappresenta di fatto la proprietà dell’azienda, ovvero il Comune.


Europe for Peace – Costruiamo l’Europa di Pace - 22 Luglio

Giornata nazionale di mobilitazione della campagna Europe for Peace – Costruiamo l’Europa di Pace, convocata dalla Rete italiana Pace e Disarmo, insieme ad una ampia coalizione di reti, movimenti, associazioni, sindacati, studenti, giovani per fermare la guerra in Ucraina e costruire una Europa di pace.

BOLOGNA – Piazza del Nettuno
Venerdì 22 luglio ore 18.00
 Interventi delle associazioni promotrici e aderenti
 Mons. Matteo Zuppi Arcivescovo di Bologna e Presidente Cei
 Rita Monticelli delegata Sindaco di Bologna sui diritti umani
 Flash mob

Acli Bologna – Anpi Bologna – Arci Bologna – Auser Bologna – Cgil Bologna – Comitato difesa prigionieri politici in Iran – Circolo Acli Giovanni XXIII Bologna – Comunità Islamica di Bologna – Comunità S. Egidio – Cucine Popolari – Donne in nero Bologna – Donne per Nasrin – Legambiente Bologna – Libera Bologna – Manifesto in Rete – Mediterranea – Nexus E.R. – Pax Christi Bologna – Period Think Tank – Portico della Pace di Bologna – Rete Studenti Medi e Rete degli Universitari Bologna.

TACCIANO LE ARMI NEGOZIATO SUBITO!
Verso una conferenza internazionale di pace Giornata nazionale di mobilitazione per la Pace in tutte le città italiane L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro delle popolazioni ucraine, ma anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale.

Siamo e saremo sempre dalla parte della popolazione civile, delle vittime della guerra in Ucraina e dei pacifisti russi che si battono per porre fine all’aggressione militare.
Questa guerra va fermata subito e va cercata una soluzione negoziale, ma non si vedono sinora iniziative politiche né da parte degli Stati, né da parte delle istituzioni internazionali e multilaterali che dimostrino la volontà di cercare una soluzione politica alla crisi.

Occorre invece che il nostro paese, l’Europa, le Nazioni Unite operino attivamente per favorire il negoziato e avviino un percorso per una conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro.

Bisogna fermare l’escalation militare. Le armi non portano la pace, ma solo nuove sofferenze per la popolazione.
Non c’è nessuna guerra da vincere: noi invece vogliamo vincere la pace, facendo tacere le armi e portando al tavolo del negoziato i rappresentanti del governo ucraino, di quello russo, delle istituzioni internazionali.

La popolazione italiana, nonostante sia sottoposta a una massiccia propaganda, continua ad essere contraria al coinvolgimento italiano nella guerra e a chiedere che si facciano passi concreti da parte del nostro governo e dell’Unione Europea perché sia ripresa con urgenza la strada dei negoziati.
Questo sentimento maggioritario nel paese è offuscato dai media mainstream ed è non rappresentato nel Parlamento. Occorre dargli voce perché possa aiutare il Governo a cambiare politica ed imboccare una strada diversa da quella attuale.

Per questo – a 150 giorni dall’inizio della guerra – promuoviamo per il 23 luglio una giornata nazionale di mobilitazione per la pace con iniziative in tutto il paese per ribadire: TACCIANO LE ARMI, NEGOZIATO SUBITO!


Firmato accordo fra Fp-Cgil Bologna e Aldia: stabilizzazioni dopo 90 giorni di lavoro!

Firmato accordo fra Fp-Cgil Bologna e Aldia che garantisce il posto fisso dopo 90 giorni di lavoro con contratto a tempo determinato.
Nell’ambito del confronto sul cambio d’appalto dei servizi educativi scolastici dell’Asc Insieme (che gestisce i servizi per conto dell’Unione Reno- Lavino- Samoggia), dopo un approfondito confronto la Fp-Cgil di Bologna e la cooperativa sociale Aldia (che subentra nel servizio alle cooperative Libertas e Cadiai) hanno concordato alcuni punti importanti per garantire la continuità lavorativa e la qualità del servizio;
Oltre a garantire il passaggio alle medesime condizioni al personale a tempo indeterminato proveniente dalle cooperative uscenti, Aldia si impegna a garantire a tutti i neoassunti con contratto a termine la stabilizzazione a tempo indeterminato dopo appena tre mesi di servizio per tutto l’anno scolastico 2022/23;
 Per la Fp-Cgil di Bologna si tratta di un accordo molto positivo, che nel giro di pochi mesi potrà determinare la stabilizzazione di diverse decine di educatori professionali di cooperativa sociale sul territorio di Casalecchio di Reno, Valsamoggia, Sasso Marconi, Zola Predosa e Monte San Pietro.


Inaccettabili carichi di Lavoro per il personale dell'Operosa nella Casa di Cura Nigrisoli

ADESSO BASTA! FP CGIL E LAVORATRICI VERSO LO STATO DI AGITAZIONE.

Nella struttura privata convenzionata Nigrisoli di Bologna, Gruppo Garofalo Health Care, i carichi di lavoro per le lavoratrici dell’azienda Operosa che effettuano pulizie e distribuiscono il vitto sono sempre più gravosi, il personale che cessa viene solo parzialmente sostituito.

Nel turno di pomeriggio è presente solo un’operatrice per ogni reparto, una per 60 posti letto al 1° piano – attualmente reparto Covid – una per oltre 60 posti letto al 2° piano – Chirurgia e Riabilitazione- che svolge da sola una consistente attività di pulizia di camera vuote e corridoi, soluzione delle emergenze varie, distribuzione di ristoro a pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, distribuzione del vitto ai pazienti. Capita, in situazioni di emergenza, che l’unica lavoratrice dell’Operosa presente in reparto di pomeriggio non abbia nemmeno la possibilità di andare in bagno proprio perché sola in servizio.

L’Operosa non rispetta il capitolato d’appalto in cui è esplicitamente prevista la presenza di due addette alla distribuzione del vitto, oltre ad un’addetta del personale sanitario di Nigrisoli.

Tale forte disagio ha un impatto inevitabile sulle attività lavorative del personale sanitario del Nigrisoli e sulla qualità del servizio rivolto ai pazienti.

La Direzione di Ospedali Privati Riuniti – Nigrisoli – conosce il problema e nell’incontro col sindacato ha confermato che ci sono criticità. La Fp Cgil ha da mesi, e più dettagliatamente in un incontro svolto due settimane fa, evidenziato la grave criticità ma nulla è cambiato. Nell’incontro ultimo del 9 Maggio, invece, l’Operosa ha riferito che la Direzione del Nigrisoli è pienamente soddisfatta. In buona sostanza la versione cambia a seconda dell’interlocutore.

Il gruppo Garofalo Health Care, di cui Nigrisoli fa parte, ha molto recentemente annunciato 80,4 milioni di ricavi nel primo trimestre 2022, in aumento del 33,2% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Nello stesso periodo il Margine Operativo Lordo del gruppo ha visto una crescita del 35,2%, il risultato netto ha visto un aumento del 17,9%.

Da un lato, dunque, utili economici, dall’altro un peggioramento significativo delle condizioni di lavoro delle lavoratrici in appalto e dei professionisti sanitari.

Diciamo basta! In questi giorni assieme alle lavoratrici dipendenti dell’Operosa decideremo le iniziative di lotta, fino a quando non saranno garantite le necessarie presenze di personale.


ASP Città di Bologna: Occorre chiarezza sulle prospettive dell'Azienda

Quali prospettive sul futuro dell'ASP Bologna

Nella giornata di oggi, 13 maggio 2022, nel corso di un confronto con la Direzione Generale dell’Azienda, abbiamo richiesto un chiarimento specifico relativo ai contenuti di un atto di indirizzo del Comune di Bologna diretto ad Asp, nel quale si fa esplicito riferimento alla necessità di aprire un confronto interno fra Azienda e Comune (e socio di maggioranza) relativo alla revisione dei servizi e alla definizione delle prospettive di sviluppo e direzione di Asp Città di Bologna.

Si tratta di una comunicazione interna che ci ha immediatamente portato a ipotizzare una finalità volta a riorganizzare in profondità e ritrasferire presso il Comune stesso i servizi afferenti all’area della Coesione sociale.

La Direzione Generale ha definito l’atto come propedeutico alla gestione futura di Asp, non ha confermato le nostre impressioni ma non le ha nemmeno smentite.

Abbiamo quindi richiesto e ottenuto la convocazione di un incontro dedicato esclusivamente  a tale tema alla presenza di Direttore Generale e Amministratore Unico, con la finalità di avere maggiore chiarezza sulle scelte del Comune di Bologna e così coinvolgere il personale nella discussione sulle prospettive aziendali, premettendo che la finalità di questo confronto non potrà non tenere in considerazione la funzionalità dei servizi, la loro coerenza organizzativa, la tutela del personale e la necessità di salvaguardare la centralità strategica di Asp Città di Bologna e la sua autonomia nel quadro cittadino dei servizi alla persona.


Città Metropolitana: Il problema non è il lavoro agile!

Nell’incontro di ieri 30 Marzo 2022, l’Amministrazione della Città Metropolitana di Bologna ha comunicato che sul fronte assunzioni, contrariamente a quanto annunciato pubblicamente poche settimane fa al momento del varo del bilancio di previsione, non solo l’incremento di personale previsto non ci sarà ma è a rischio la possibilità di dare copertura al turn over, che al momento parrebbe garantita solo per il 2022 ma non per i prossimi anni.

A fronte di un notizia di tale portata e seppur consapevoli, come è noto, che la capacità assunzionale degli enti pubblici e quindi anche della Città metropolitana di Bologna, è vincolata alla norma nazionale, – verso la quale la FP CGIL ha aperto una vertenza nazionale per chiedere al Governo un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica Amministrazione necessario a garantire alle cittadine e ai cittadini i servizi pubblici che altrimenti rischiano di essere consegnati al mercato privato – , abbiamo chiesto alla Città Metropolitana di Bologna l’apertura immediata di un tavolo permanente per verificare, in prima battuta se gli obiettivi che l’Ente sta assegnando in questi giorni ai vari servizi, definiti su un incremento di personale che non ci sarà, siano a questo punto davvero sostenibili o se debbano invece essere ridefiniti e poi di verificare la necessità di intervenire in maniera condivisa sull’organizzazione dell’Ente per garantire la sostenibilità e la tenuta dei servizi metropolitani.

Ci pare decisamente il momento di stabilire una rinnovata alleanza tra Amministrazione e Lavoratori. Di nuovo dopo la distruzione per legge dell’istituzione provinciale prima, e la drammatica esplosione della pandemia più di recente. Situazioni nelle quali le lavoratrici e i lavoratori della Città Metropolitana, tutti, hanno fatto il possibile e con il massimo impegno per garantire i servizi dovuti alla cittadinanza metropolitana in un contesto giuridico ed economico complicato e sfavorevole.

Da parte della Direzione Generale invece, abbiamo dovuto ascoltare  una “lezione” sulle relazioni sindacali e sulla necessità di distinguere bene tra informazione, partecipazione e contrattazione, oltra a ricevere l’informazione su una revisione del Piano Organizzativo del Lavoro Agile – POLA – che annulla completamente tutto il lavoro fatto dal 2019 ad oggi sullo sviluppo della modalità di lavoro agile nella Città Metropolitana di Bologna, riducendolo ad uno strumento meramente conciliativo fatto di un giorno a settimana “concesso” più o meno a pioggia, quasi un regalo come se non fosse lavoro.

Nessun documento né concreto passo avanti ad esempio per i cantonieri che rischiano quotidianamente sia la salute propria che le denunce dei cittadini, o per i tecnici della viabilità e dell’edilizia scolastica chiamati a responsabilità e carichi di lavoro sempre più insostenibili, o sulla situazione della Polizia Locale che opera in assenza di punti di responsabilità apicali (Posizione Organizzativa e Comandante) e pare a breve senza dirigente, o sulla situazione trasversale di servizi interi che si reggono sul ricorso al lavoro straordinario.

Può essere che la priorità per l’Ente sia quella di mettere fine all’idea innovativa del lavoro agile, già ampiamente sperimentata nella Città Metropolitana, come strumento di maggiore produttività ed efficacia nel rispondere alle esigenze dell’area metropolitana?

Priorità peraltro condita dalla motivazione che si deve far così per allinearsi al Comune di Bologna e che si tratta di una decisione comunque “non negoziabile”.

Da oltre un mese, assieme alla confederazione, abbiamo rappresentato la necessità di definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali presentando proposte. Ma ancora non abbiamo risposte.

Confidiamo davvero in un ripensamento, per il quale c’è ancora tempo, e a ben altra disponibilità al confronto da parte dell’Amministrazione, altrimenti dovremo concludere che non è davvero tempo di alleanze tra lavoratori e Amministrazione, anzi.


Contratto provinciale Cooperative Sociali

In data 19 giugno è stato sottoscritto, tra FP CGIL FP CISL FISASCAT e UIL FPL e le centrali Cooperative Legacoop, Confcooperative e AGCI, in via definitiva, il testo del Contratto integrativo territoriale della Cooperazione Sociale dell'Area Metropolitana di Bologna, la cui pre-intesa era stata siglata lo scorso 6 aprile. La firma definitiva è arrivata a valle dell'esito positivo del percorso di consultazione assembleare, voluto dalle OO.SS, che ha coinvolto i lavoratori del settore.

Un contratto integrativo provinciale che sull'area metropolitana di Bologna riguarderà complessivamente oltre 10.000 lavoratori dipendenti delle cooperative sociali che si occupano principalmente di servizi pubblici rivolti a bambini, minori, anziani e persone non autosufficienti.
Il nuovo testo:
·         Integra la regolamentazione della procedura di cambio di gestione o appalto. Viene previsto un incontro prima della data di effettiva cessazione della gestione tra cooperativa cedente, subentrante e organizzazioni sindacali per redigere un verbale d'accordo al fine di regolare il passaggio dei lavoratori. Si riconosce il superamento del periodo di prova e il riconoscimento degli scatti anzianità maturati e maturandi e la contestualità tra risoluzione del rapporto di lavoro e nuova assunzione, nonché la conservazione delle tutele previste dal contratto di provenienza, evitando così l'applicazione del Jobs Act.

Inoltre:
·         vengono individuati i servizi minimi essenziali in caso di sciopero (in attuazione di quanto previsto della legge 146/90;
·         si pongono le basi per la definizione di un protocollo per la gestione delle criticità relative alla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori con limitazioni psico-fisiche permanenti o temporanee e viene prolungato di 6 mesi il periodo di conservazione del posto di lavoro in caso di assenza per malattie invalidanti e per gravi patologie;
·         vengono riconosciuti ulteriori 30 giorni di assenza retribuita, a carico del datore di lavoro, oltre a quelli previsti dalla norma a carico dell'INPS, in favore delle donne vittime di violenza inserite in percorsi di protezione come da D.Lgs. 80/2015.
·         passano da 8 a 10 le ore giornaliere convenzionalmente riconosciute per i lavoratori impegnati nei soggiorni.
·         Aumenta il valore nominale minimo dei buoni pasto che passa da euro 3,50 a euro 4,20.

Contestualmente alla sottoscrizione dell'accordo provinciale, e come da questo previsto, è stato sottoscritto l'accordo per l'ERT 2017 (bilancio 2016) che, nelle more della ridefinizione di nuovi criteri, amplia per l'anno in corso la platea dei lavoratori beneficiaria, coinvolgendo anche le aziende tradizionalmente esenti in virtù dei propri risultati di bilancio. Il pagamento dell'ERT 2017 sarà inserito nella prima retribuzione utile di tutti i lavoratori che abbiano lavorato nel corso dell'anno 2016 e in forza nel mese di giugno 2018.

Il punto che ha destato maggiore preoccupazione tra i lavoratori, con particolare riferimento al settore educativo, durante le assemblee di consultazione, è stato quello relativo all'introduzione del sistemi di mensilizzazione e banca delle ore. Tale tema rappresenta effettivamente una indubbia novità per molti dei lavoratori del settore. Su questo punto è impegno delle OO.SS. utilizzare gli strumenti contenuti nel contratto provinciale che consentono di declinare su accordi a livello aziendale l'implementazione di questa modalità che comunque entrerà in vigore non prima di sei mesi dalla firma definitiva del contratto integrativo e fatti salvi comunque i diversi accordi che, in sede aziendale, potranno modificare modalità e tempistiche. Così come resta ferma la volontà di individuare strumenti idonei a mitigare il disagio delle lavoratrici e lavoratori addetti ai servizi domiciliari ai quali è richiesta una prestazione lavorativa in più fasce orarie nel corso della giornata

Con la firma definitiva del contratto siamo quindi nelle condizioni di riaprire il confronto su alcuni ulteriori punti già previsti dal testo dell'accordo: formazione, riconoscimento del disagio in caso di lavoro su fasce orarie ampie, ricadute sui lavoratori di quanto introdotto dalla norma sui titoli necessari per l'attività di educatore socio-pedagogico ed educatore socio-sanitario.
Per le OO.SS. firmatarie la sottoscrizione di questo accordo rappresenta la conclusione di una prima fase e il punto di partenza di una seconda che si pone l'obiettivo di raggiungere ulteriori miglioramenti delle condizioni economiche e normative delle lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali del territorio.


Servizi di spazzamento e raccolta rifiuti al comune di San Lazzaro d Savena. Allarme dei sindacati

Venerdì 28 Gennaio abbiamo saputo direttamente dai lavoratori coinvolti che i servizi di spazzamento del Comune di San Lazzaro di Savena dal 1 febbraio prossimo passeranno dalla gestione della coop G. Brodolini a quella della coop sociale la Fraternità, e che loro saranno spostati in altri cantieri.

Nessuna informazione, da parte di Brodolini o dalla RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) aggiudicatrice dell’appalto Atersir, alle Organizzazioni Sindacali come invece è normato nel CCNL.

Se dovesse essere così, si tratterà di una operazione analoga a quella che si è consumata lo scorso dicembre a Zola Predosa: si “ripulisce il cantiere” da lavoratori ai quali viene applicato il CCNL di settore Igiene Ambientale per far posto ad altri lavoratori ai quali, come accaduto per il cantiere di Zola appunto, ci immaginiamo verrà applicato il CCNL della cooperazione Sociale, che nulla ha a che fare con il settore, che non prevede i corretti inquadramenti le tutele, le professionalità, la formazione, i requisiti di sicurezza (solo per citare alcuni aspetti) riferiti alle attività da svolgere, essendo previsto con percentuali definite, per il solo inserimento lavorativo per i casi di disagio certificato.

Dopo i Comuni dell’Unione Reno Lavino Samoggia ora toccherebbe a San Lazzaro. E poi ??

Ancora una volta ci troveremmo di fronte all’arroganza di aziende che decidono di agire fuori dalle corrette relazioni sindacali, fuori dal perimetro contrattuale e dagli accordi sottoscritti in sede Atersir – Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti.
Sarebbe un ennesimo strappo peraltro prodotto prima dell’incontro già in calendario per il 9 Febbraio prossimo in sede Hera con tutte le Aziende che compongono il Raggruppamento Temporaneo di Imprese che si è aggiudicato l’appalto Atersir.

Ancora una volta, a nostro avviso, saremmo di fronte a speculazioni messe in atto per aumentare profitti e quotazioni in borsa attraverso l’abbassamento delle condizioni di chi lavora.

Crediamo, a questo punto necessario, che anche le istituzioni pubbliche: Comuni, Città Metropolitana, e l’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (Atersir), che negli atti dell’appalto sono i committenti, prendano una posizione netta, anche in ragione del “patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile” e del “patto per il lavoro e per il clima” che assieme a Loro abbiamo sottoscritto.

Le OO.SS. di categoria Provinciali e Regionali
FP CGIL, FIT CISL,  UIL TRASPORTI


Unione Terre d’Acqua - fumata nera. Fallito il tentativo di conciliazione all’ispettorato territoriale del lavoro

Bologna 27 Gennaio 2022 – l’Unione Terre d’Acqua rifiuta il tentativo di conciliazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL). Restano così inascoltate le legittime richieste delle Lavoratrici e dei Lavoratori, privati del salario accessorio del 2020 collegato a prestazioni già rese che quindi non sono state retribuite.

Come FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, SULPL, DICCAP, SILPOL, CSA, CISAL, unitamente alla RSU, chiediamo pertanto al neo eletto Presidente dell’Unione Terre d’ Acqua (Sindaco di San Giovanni in Persiceto) e ai Sindaci dei Comuni aderenti all’Unione di dare una risposta concreta alle richieste del proprio personale di riconoscere il salario accessorio riferito ad attività già prestate (indennità di turno, Straordinari, indennità contrattuali, produttività, ecc..).
Si tratta di una questione nata, a nostro avviso e come abbiamo sostenuto all’indomani della seduta del consiglio dell’unione del 1 febbraio 2021 che determino l’avvio delle procedure di commissariamento dell’Ente, per l’incapacità o non volontà dei politici di quel territorio di governare l’ente, di sostenerlo e di assumersi, di concerto, la responsabilità di farlo funzionare e di riconoscere ai dipendenti il giusto riconoscimento all’attività comunque svolta.
La gestione commissariale, con la quale è stato possibile instaurare costanti relazioni sindacali, nel corso del suo operato, ha prodotto soluzioni a gran parte dei problemi di Bilancio che erano sorti per dissidi politici.
Ora però la sua gestione è terminata e la palla ritorna alla politica.

E’ giunto il momento che il Presidente dell’Unione e i Sindaci dei comuni aderenti, si facciano pienamente carico del debito che l’Ente ha nei confronti dei suoi dipendenti e lo estinguano.
In caso contrario saranno inevitabilmente intraprese tutte le azioni per fare ottenere ai dipendenti dell’unione Terre d’acqua quanto loro dovuto, compreso il ricorso alla Magistratura, con purtroppo possibili conseguenze per la finanza pubblica e quindi per i cittadini del territorio.


A Bologna FP CGIL si conferma è il sindacato più rappresentativo alle elezioni RSU 2022

Nella giornata di oggi, 8 aprile 2022, anche a Bologna si stanno svolgendo le operazioni di scrutinio legate al voto per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie nel settore del Pubblico impiego.

Innanzi tutto merita sottolineare il buon dato di affluenza al voto nei luoghi di lavoro pubblico, che mediamente si attesta al 68%, e che ha coinvolto circa 18.000 lavoratrici e lavoratori che operano nei servizi pubblici della Sanità, delle Funzioni Centrali e delle Funzioni Locali del territorio metropolitano Bolognese. Dato sostanzialmente analogo a quello della scorsa tornata elettorale del 2018 e che considerata la situazione di contesto, che vede drammaticamente un calo costante della partecipazione agli appuntamenti elettorali e l’influenza del contesto generale, riteniamo positivo e per nulla scontato.

A scrutini ancora in corso – si concluderanno nella serata di oggi – dai dati che stanno via via arrivando, emerge una buona affermazione della FP CGIL che si attesta ancora una volta ad essere l’organizzazione più rappresentativa tra le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi pubblici.

Ringraziamo tutte le candidate e i candidati, 600 Lavoratrici e Lavoratori, che hanno scelto di rappresentare la Cgil nei luoghi di lavoro e tutti coloro che li hanno scelti a rappresentarli per difendere diritti e tutele e per affermare il fondamentale ruolo che i servizi pubblici hanno nel garantire i diritti di cittadinanza di tutte le cittadine e tutti i cittadini di questo territorio e più in generale del Paese.