Oggi 28 Febbraio 2025, la coordinatrice FP CGIL della RSU del Comune di Bologna, Michela Arbizzani, ha depositato oggi in Prefettura la dichiarazione di Stato di Agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei Servizi educativi e scolastici 0-6 e del Dipartimento Cultura (Biblioteche e Musei) del Comune di Bologna.

Alla narrazione di servizi pubblici alla cittadinanza in continuo miglioramento corrisponde in realtà, un disinvestimento. in termini di personale addetto ma anche di presidio manutentivo delle sedi di servizio e lavoro, di tale portata da pregiudicare la qualità e spesso anche la sicurezza dei servizi, nonostante l’abnegazione quotidiana delle lavoratrici e dei lavoratori comunali.

Negli ultimi anni è stata costante la diminuzione dei lavoratori nei servizi comunali. Dal 2022 ad oggi si contano quasi 300 tra lavoratrici e lavoratori in meno e anche nel piano assunzionale del Comune appena presentato per il 2025 e gli anni successivi si evince che il turn over previsto, non sarà coperto a conferma di una ulteriore diminuzione di personale nei prossimi anni. Rispetto al tetto di spesa previsto dal comma 557-quater dell’art. 1 della Legge 27/12/2006, n. 296, introdotto dal D.L. 24 giugno 2014, n.90, nel 2025 il comune di Bologna taglierà 5.605.234,53 di euro nel 2025, 4.182.160,02 nel 2026 e 4.610.366,47 nel 2027.

Nei servizi educativi e scolastici è da troppo tempo all’ordine del giorno la mancata sostituzione del personale educativo nonostante la previsione del contratto nazionale in merito alla inderogabilità delle sostituzioni e la presenza di più graduatorie vigenti (di cui una recente del 2024).

Non è mai all’ordine del giorno la stabilizzazione del personale precario e permane al momento una evidente mancanza di volontà da parte dell’Amministrazione comunale di andare verso una maggiore volontarietà e incentivazione del servizio estivo di luglio.

Molti gli edifici che hanno condizioni strutturali o comunque manutentive non adeguate alla loro destinazione educativa e scolastica, senza alcuna previsione credibile di soluzione, con pregiudizio non solo del benessere ma finanche della sicurezza di bambini e lavoratori, situazione che si aggrava nei picchi climatici (i periodi più caldi, come nel servizio di luglio, le piogge). Alle attività e responsabilità degli operatori, già calendarizzate in modo stringente per un numero di addetti troppo limitato, si vuole ora semplicemente aggiungere un insieme di mansioni focalizzate solo sul controllo stringente degli accessi, senza intervenire sugli organici e/o sulle restanti responsabilità già affidate. E’ pluriennale anche la carenza di personale di coordinamento pedagogico, che è fondamentale per il supporto dei Gruppi di Lavoro educativi e punto di riferimento delle strutture.

Non basta annunciare linee pedagogiche di altissima qualità, se non si mettono poi a disposizione risorse di personale ed economiche adeguate!

Musei e biblioteche comunali soffrono di una carenza cronica di personale che già determina disagi nella gestione dei servizi e forti limitazioni nella progettazione e gestione delle attività culturali in via ordinaria. Il Comune ha fatto scadere senza esaurirla l’unica graduatoria esistente per l’assunzione di istruttori culturali e non ha ad oggi alcuna previsione assunzionale per nessun ruolo culturale.

Non sono accettabili forme di esternalizzazioni o peggio ancora personale volontario che mina la stabilità lavorativa e limita i progetti culturali!

Le strutture, alcune di esse di valore storico, da troppo tempo non vengono adeguatamente manutenute, sono perciò insicure e con arredi spesso deteriorati che non vengono sostituiti, alcune sono prive di impianti di condizionamento.

Occorre perciò a tal proposito programmare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire sedi di lavoro sicure e dignitose. Di fronte a questa situazione occorre dare risposte in termini di risorse umane ed economiche e riconoscere e valorizzare l’autonomia scientifica del personale museale e bibliotecario garantendo loro di poter svolgere attività di ricerca e di progettazione in un clima di confronto e condivisione. Il Comune non ne sta dando alcuna.

Occorre invertire la rotta. Non basta di certo annunciare la quantità e la qualità dei servizi pubblici o raccontare che tutto va bene, perché i cittadini ne possano realmente usufruire! Senza lavoratori e condizioni di lavoro adeguate semplicemente non ci sono servizi di qualità!